venerdì 26 novembre 2021
L’obiettivo è tagliare i tempi del 40%, come promesso all’Ue. 364 voti a favore e 32 contrari
Un tribunale

Un tribunale - Fotogramma foto d'archivio

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«Ringrazio il Parlamento per l’alto senso di responsabilità dimostrato. Per il capitolo Giustizia, ora tutte le riforme vincolanti per il Pnrr sono state approvate, nell’interesse del Paese. Il ministero si metterà subito all’opera per una pronta attuazione della legge delega». È il commento, a fine mattinata, della Guardasigilli Marta Cartabia, dopo il voto della Camera che (con 364 sì, 32 no e 7 astenuti) ha approvato in via definitiva la riforma del processo civile, che l’altro ieri aveva già superato lo scoglio della fiducia.

Gli obiettivi del Pnrr. La riforma è pensata per velocizzare la risposta alla domanda di giustizia dei cittadini e creare una cornice giudiziaria più favorevole all’attrazione di investimenti esteri, scoraggiati da procedure-lumaca. La legge delega attua gli impegni assunti dal governo nei confronti dell’Europa con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con l’obiettivo di ridurre del 40% i tempi dei procedimenti. Contiene innovazioni come la semplificazione dei riti (valorizzando forme di giustizia alternativa), il potenziamento di mediazioni e arbitrati, ma anche l’introduzione del tribunale della famiglia (con alcune novità che però sono criticate dai magistrati minorili) e più tutele per le vittime di violenza domestica.

Processi snelli. La legge delega prevede termini per definire domande, eccezioni e richieste di prova. Semplifica la fase decisoria e stabilizza innovazioni telematiche introdotte durante l’emergenza Covid (come le udienze per iscritto o da remoto). Nel primo grado arriva la novità dell’ordinanza immediata di accoglimento o di rigetto. In appello, si restringe la possibilità di sospendere l’efficacia della sentenza di primo grado. Mentre nel giudizio in Cassazione si semplificano i riti e si introduce il "rinvio pregiudiziale": la possibilità per il giudice di investire direttamente la Corte in casi importanti di "puro diritto", con gravi difficoltà interpretative e carattere seriale.

Mediazioni e arbitrati. Si potenzia l’arbitrato rafforzando le garanzie di imparzialità degli arbitri e attribuendo loro (se le parti sono d’accordo) il potere di emanare misure cautelari. La mediazione potrà beneficiare di incentivi fiscali col credito d’imposta (che scalerà dalle tasse le spese legali). Arriva il gratuito patrocinio (a spese dello Stato) per la negoziazione assistita, che in più viene estesa alle controversie di lavoro, a quelle su affidamento e mantenimento dei figli nati fuori del matrimonio e per consentire ai coniugi di pattuire in sede di divorzio l’assegno in unica soluzione.

Cause di lavoro. Viene abolito il "doppio binario" della legge Fornero, con un unico procedimento per i licenziamenti e una corsia preferenziale per esaminare l’eventuale reintegrazione del dipendente. Nelle espropriazioni per debiti, si potrà ricorrere alla vente privée, la vendita dell’immobile da parte dello stesso «debitore esecutato», e alle astreintes, penalità di mora per mancato rispetto dei termini.

Tribunale della famiglia. Per ovviare alla frammentazione dei processi in materia di famiglia, viene istituito un rito unitario (non sopprimendo gli attuali tribunali per minori, ma trasformandoli), supportato da un ufficio del processo, costituito da giudici onorari. E si innalzano le tutele per le vittime di violenza familiare e domestica, con l’ordine di protezione per allontanare il convivente violento.

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