giovedì 1 agosto 2013
​Decisa all’unanimità la calendarizzazione per cambiare in autunno il sistema elettorale. Ancora molto distanti, però, le posizioni dei partiti sul nuovo modello di voto. Sprint su omofobia e diffamazione: al voto entro il 9 agosto.
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​Sarà un agosto caldo a Montecitorio: la conferenza dei capigruppo ha varato un calendario d’aula che prevede votazioni quasi a ridosso della settimana di Ferragosto, ovvero fino a venerdì 9, numero legale permettendo. Ma ha anche dato parere favorevole alla richiesta di procedura d’urgenza per la riforma della legge elettorale. Se tutto filerà liscio, in ottobre il Parlamento dirà finalmente un corale addio, senza rimpianti, al deprecato porcellum. Anche se, almeno per ora, non c’è l’accordo su quale sistema elettorale dovrà succedergli. A spingere per questo risultato, salutato dal premier Enrico Letta con un tweet esultante («Ottima la procedura d’urgenza. Ora ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità. Io sono No porcellum»), è stato in particolare il governo. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini ha posto la questione alla conferenza dei capigruppo con molta decisione. E alla fine la proposta di calendarizzare la riforma della legge elettorale è passata all’unanimità. Il calendario di aula della Camera per le prossime due settimane, licenziato ieri, contiene un elenco sterminato di provvedimenti, da esaminare a tappe forzate. Un calendario talmente fitto che fa dubitare i deputati più anziani sulla sua reale percorribilità. E che sembra quasi esorcizzare i rischi di crisi connessi con la sentenza Mediaset.Oggi l’aula sarà impegnata nella discussione generale sul ddl costituzionale per decidere le modalità delle riforme, che sarà votato nella prima metà di settermbre. Poi, a seguire, venerdì ci sarà la discussione sul provvedimento "svuotacarceri" e quello, assai contrastato, sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Lunedì 5, dopo l’auspicato voto sulle carceri (sul quale non c’è però accordo in maggioranza) dovrebbe seguire la discussione generale sulla riforma della diffamazione (con l’eliminazione del carcere per i giornalisti) e sulla contestata legge contro l’omofobia. Il 6 e 7 agosto c’è invece in programma l’esame del decreto legge sul mercato del lavoro, licenziato dal Senato ieri, e di quello del "Fare", attualmente ancora a Palazzo Madama, bloccato da centinaia di emendamenti. Omofobia e diffamazione dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) essere dunque votate tra giovedì 8 e venerdì 9 agosto.
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