martedì 12 maggio 2020
Il commissario straordinario: continueranno a costare 61 centesimi, gli speculatori si rassegnino. E replica a Federfarma: "Non è il Commissario a dover rifornire le farmacie"
I vigili urbani di Roma indossano mascherine personalizzate

I vigili urbani di Roma indossano mascherine personalizzate - Fotogramma

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Non l’ha mandata giù: ”Voglio smentire alcune fake news. Non è il Commissario a dover rifornire le farmacie, tanto meno i loro distributori. Né si è mai impegnato a farlo. Si è solo impegnato a integrare le forniture che farmacie e grande distribuzione si riescono a procurare attraverso le loro reti". Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid, il giorno dopo le accusa da Federfarma (“Mancano mascherine, alcol e guanti”) replica secco: "Abbiamo distribuito 208 milioni di mascherine da inizio emergenza, è una quantità sufficiente. Le Regioni ne hanno 55 milioni nei loro magazzini”. E ancora: "Se la mascherine ci sono nei supermercati e non ci sono nelle farmacie, evidentemente c’è un difetto nella rete di approvvigionamento della seconda categoria".

Non ha finito. “Quanto all’alcol e ai guanti - continua -, noi riforniamo di dispositivi di protezione individuale i nostri target: ospedali, forze ordine e servizi pubblici essenziali, il Tpl e le Rsa. I negozi hanno i loro fornitori e se i fornitori dei negozi non hanno l’alcol faccio fatica a sentirmi colpevole. Non mi risulta di aver letto che gli ospedali si siano lamentati della carenza di alcol". E le denunce di Federfarma? "Malgrado le loro incaute dichiarazioni, ho chiesto e ho ottenuto di incontrare di nuovo gli attori della distribuzione alle farmacie e continuerò a incontrarli nello spirito di collaborare a risolvere questo problema". Detto questo, però Arcuri aggiunge: "Confidiamo di sottoscrivere accordi con altre reti di distribuzione”, anzi annuncia che “nei prossimi giorni sottoscriveremo un accordo con la federazione nazionale dei tabaccai".

Altra nota dolente: ”Il prezzo delle mascherine chirurgiche fissato a 50 centesimi più Iva è e resterà quello (cioè 61 centesimi, ndr)”, quindi - garantisce il Commissario - speculatori e categorie simili dovranno farsene una ragione. Non torneranno”. Fermo restando che, visto che "i produttori del settore della moda producono anche mascherine di comunità e mascherine lavabili”, per queste invece “non c’è nessun prezzo massimo".

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