Si svolgerà sotto il solleone, il concorso per dirigenti scolastici, il primo dal 2011. La prova preselettiva, inizialmente prevista per il 29 maggio è stata, infatti, rinviata al 23 luglio, mentre l'elenco delle sedi della prova sarà comunicato entro il 6 luglio mediante un avviso sul sito del Miur. Il posticipo della selezione dei nuovi presidi si è reso necessario per il ritardo accumulato dal Comitato tecnico scientifico incaricato di predisporre la batteria di 4mila domande da cui estrarre le 100 dell'esame. La pubblicazione delle domande, inizialmente prevista per l'8 maggio, è stata rinviata al 27 giugno. Di qui lo slittamento di tutte le altre procedure del concorso.
Più di 35mila candidati per 2.400 posti
Complessivamente, sono 35.044 le domande inoltrate dai candidati al concorso, che mette in palio 2.425 posti, di cui 9 destinati alle scuole di lingua slovena o bilingui del Friuli Venezia Giulia. Ad oggi, i dirigenti scolastici in servizio sono 6.792, 1.189 i posti vacanti e 1.748 le reggenze, cioè le scuole con il preside a “mezzo servizio” perchè impegnato su più istituti. «Con i pensionamenti di quest'anno, a settembre sfonderemo il muro delle 2mila reggenze», incalza il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. Che, al momento, non è preoccupato del rinvio del concorso, anche se, aggiunge, «in caso di ulteriori ritardi, la situazione si farebbe insostenibile».
Obiettivo: 1° settembre 2019
«Dal MInistero - aggiunge il capo dei presidi - assicurano che i tempi ci sono e che i termini delle assunzioni dei vincitori del concorso saranno rispettati. Noi ci auguriamo davvero che il 1° settembre 2019 tutti siano al proprio posto e che la scuola possa cominciare senza problemi».
Piuttosto, Giannelli fa notare, come, ancora una volta, l'organizzazione ministeriale lasci a desiderare. «Organizzare la prova il 23 luglio non sarà agevole - sottolinea - perchè si dovrà fare i conti con il personale a disposizione. Una volta tanto, ci piacerebbe che il lavoro fosse organizzato per tempo. Come in tutti i posti di lavoro “normali”. Evidentemente, invece, ci si aspetta sempre che la scuola vada avanti grazie all'atteggiamento missionario di pochi».