venerdì 24 ottobre 2008
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Profondo sgomento e incomprensione. In attesa di spiegazioni e riscontri tecnici più chiari, sono i sentimenti che dominavano ieri, durante il lungo pomeriggio funestato in pochi istanti da una delle più gravi catastrofi di sempre in tempo di pace per l'Aeronautica militare italiana. Un elicottero HH-3F con 8 uomini a bordo che sorvolava la Francia Nord-orientale si è schiantato verso le 16.15 in un podere che costeggia la provinciale numero 2, in un'area rurale e quasi del tutto disabitata della Mosa, il dipartimento francese della Lorena fra i capoluoghi di Nancy e Reims, non lontano dalla frontiera col Belgio. Non c'è stato scampo per gli 8 militari italiani partiti ieri mattina da Brindisi - avevano fatto scalo a Rimini " e diretti proprio in Belgio per un'esercitazione internazionale che avrebbe dovuto prendere inizio oggi. In serata l'Aeronautica ha comunicato i loro nomi, Sette appartenevano al Centro Sar di Brindisi, l'ottavo al Centro Sar di Rimini. Sono il capitano pilota Michele Cargnoni, 30 anni, di Brescia; il tenente pilota Marco Partipilo, 29 anni, di Bari; il primo maresciallo Giovanni Sabatelli, 50 anni, di Fasano (Brindisi); il primo maresciallo Carmine Briganti, 41 anni, di Talsano (Taranto); il maresciallo di prima classe Giuseppe Biscotti, 37 anni, di Grottaglie (Taranto); il maresciallo di prima classe Massimiliano Tommasi, 34 anni, di Calimera (Lecce); il maresciallo di prima classe classe Teodoro Baccaro, 31 anni, di San Vito dei Normanni (Brindisi) e il capitano pilota Stefano Bazzo, 32 anni di Vicenza, quest'ultimo in servizio all'83/o Centro Sar di Rimini. Come hanno raccontato diversi testimoni, l'impatto al suolo è stato violentissimo. Una contadina che stava diserbando un campo non lontano ha raccontato così il dramma: «Due elicotteri mi sono passati sopra la testa e mi sono detta: per fortuna, il gatto non è fuori perché avrebbe avuto paura. Dopo questa riflessione, ho alzato il capo e ne ho visto uno precipitare di schianto. Poi, subito, una grossa palla di fuoco e del fumo durante una quindicina di minuti». Sono stati proprio dei testimoni a dare l'allarme alle unità di soccorso. Una quindicina di mezzi dei pompieri, con a bordo una sessantina d'uomini, sono sopraggiunti dal capoluogo provinciale Bar-Le-Duc. Ma quando i soccorritori sono arrivati sul campo nei pressi del villaggio di L'Isle-en-Barrois, percorrendo il tratto di provinciale in direzione del comune di Vaubecourt, si sono presto resi conto che non c'era nulla da fare. Nessun corpo è stato estratto dal velivolo. Dopo le operazioni di spegnimento, completate solo verso le 17.30, la carcassa dell'elicottero giaceva al suolo sotto forma di un ammasso di ferraglia carbonizzata spezzata in più punti e sormontato appena tutt'attorno dai bordi del cratere prodotto dall'impatto. A testimoniare la violenza dell'urto erano anche alcuni frammenti dell'elicottero della casa Augusta Sikorsky, generalmente assegnato a missioni di ricerca e soccorso, ritrovati nel raggio di un chilometro. L'elicottero apparteneva al 15esimo stormo dell'Aeronautica ed era partito in mattinata assieme a un altro velivolo italiano dello stesso tipo dalla base di Rimini (uno dei due velivoli giungeva da Brindisi). Dopo uno scalo tecnico di rifornimento presso Digione, in Borgogna, i due elicotteri avevano di nuovo preso il volo per dirigersi presso la base militare belga di Florennes. È qui che era prevista per oggi un'esercitazione nel quadro del programma multinazionale Tlp (tactical leadership programme) della Nato. Ma varie fonti anche militari hanno parlato di "manovre franco-italiane" previste già ieri nella stessa provincia del dramma. Nella Mosa, dipartimento noto storicamente per il fronte militare di Verdun, tutti i bollettini diramati nel pomeriggio parlavano di condizioni meteorologiche e di visibilità ottimali attorno all'area della tragedia. Un elemento che accresce ancor più il mistero sulle cause dello schianto. In proposito, sia le fonti dell'Aeronautica militare italiana che le autorità francesi non hanno avanzato ipotesi precise, in attesa dei riscontri tecnici, oltre che dell'inchiesta subito ordinata dalla Prefettura di Bar-le-Duc. In serata l'Aeronautica ha annunciato di aver aperto una commissione d'inchiesta. Secondo le autorità francesi «nessun segnale di sofferenza è stato percepito prima dell'incidente». Ma le fiamme si sarebbero prodotte già in volo, come paiono indicare alcuni testimoni. Fonti concordanti, inoltre, escludevano ieri qualsiasi collisione fra i due elicotteri che volavano in coppia. Dopo la creazione di un'unità di crisi, gli accertamenti sono proseguiti a oltranza all'interno di un perimetro circoscritto da un cordone di sicurezza. La provinciale è stata chiusa. L'inchiesta giudiziaria francese è stata affidata agli uomini all'Istituto di ricerca criminale della Gendarmeria nazionale. Coopereranno assieme agli inquirenti giunti dall'Italia. Hervé Morin, ministro francese della Difesa, ha espresso per telefono il proprio cordoglio al collega italiano Ignazio La Russa. Il ministro per i Rapporti con le Regioni, il pugliese Raffele Fitto, ha parlato di «un dolore grande per la Puglia» mentre il presidente della Regione Nichi Vendola, in segno di lutto, ha sospeso ogni manifestazione in corso al Salone del gusto di Torino. Tre degli 8 morti erano stati protagonisti, dieci giorni fa, del salvataggio di una bimba di 4 giorni in imminente pericolo: la neonata, cardiopatica, venne trasferita d'urgenza in elicottero da Taranto a Napoli.
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