mercoledì 26 dicembre 2012
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A Santa Maria in Trastevere, a Roma, che da 30 anni nel giorno di Natale si trasforma in un ristorante per i poveri della città, non c'è spazio per la tristezza. Solo sorrisi e musiche natalizie, conditi da lasagna, polpettone, lenticchie e panettoni. Ma i sorrisi più belli sono quelli che si aprono sul volto dei bambini, sempre più numerosi in queste occasioni, sempre allegri anche se con un passato già difficile alle spalle. A loro basta un cappellino di Babbo Natale e una finta slitta per festeggiare.Era il 1982 quando, nella basilica, la Comunità di Sant'Egidio decideva di organizzare il primo pranzo di Natale. Allora il parroco era Vincenzo Paglia, che oggi da vescovo non ha voluto mancare alla tradizione. Così come il fondatore di Sant'Egidio, il ministro Andrea Riccardi. Ai tavoli, che hanno ospitato 400 persone oltre al sindaco Gianni Alemanno e alla governatrice del Lazio Renata Polverini, sono tante le storie,le delusioni di una vita che poteva essere diversa. "Ma ormai è andata così - racconta Mario- sono nato proprio qua, nel cuore di Trastevere. Da ragazzo facevo il pugile, e chi non lo faceva ai miei tempi, e per trent'anni ho lavorato al Mattatoio di Testaccio. Adesso vivo in un ostello perchè non posso permettermi di più e perchè non voglio dare fastidio alle mie figlie. Anzi, quando non fa freddo, dormo nella mia macchina:lenzuola e coperte e sono un uomo felice, soprattutto libero".Due tavoli più avanti c'è Godwin, nigeriano con i suoi due figli. Hanno la pelle scura e indossano per l'occasione tre elegantissimi gessati bianchi che ricordano atmosfere soul. Ci tiene il papà che i figli stiano composti a tavola e ogni tanto getta lo sguardo verso l'altare dove la moglie, in uno splendido abito azzurro del suo paese, tiene in braccio l'ultima arrivata che ha solo due mesi: "Posso ritenermi fortunato - spiegaGodwin - perchè grazie a Sant'Egidio ho trovato un lavoro fisso come portiere per la Comunità".Il portavoce della Comunità di Sant'Egidio, Mario Marazziti, saluta tutti e spiega che "vedere qui questa gente nel giorno di Natale è un sogno che si è realizzato, vuol dire che c'è stato un contagio positivo. Qui, oggi, stiamo dando vita a un Presepe e non c'è modo migliore di questo per spiegare il Vangelo e l'accoglienza. Santa Maria è madre e padre di tutti i pranzi e della povertà. Oggi solo a Trastevere stiamo servendo duemila pasti, diecimila a Roma e più di 150 mila nel mondo".Cameriere d'eccezione, come da tanti anni a questa parte, è l'attore Flavio Insinna: "Io qui mi diverto, bisogna fare la nostra parte ma non solo oggi, sempre".
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