martedì 17 agosto 2010
Fa discutere il mancato rispetto, da parte di natanti e bagnanti, del divieto di accesso nelle calette di Lipari e Vulcano alla base di dirupi scooscesi. Bertolaso: «Occorre insegnare il rispetto delle regole».
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La terra si placa, ma a scuotere le Eolie questa volta sono le polemiche. All'indomani delle due scosse di terremoto di magnitudo 4.5 e 2.3 che hanno colpito l'arcipelago senza provocare feriti o danni a strutture, fa discutere il mancato rispetto dei divieti per natanti e bagnanti in piccole calette di Lipari e Vulcano, alla base di dirupi scoscesi, comprese quelle dove ieri si sono verificati i crolli a Valle Muria e nei pressi della Grotta del Cavallo.È il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, a lanciare l'allarme dopo il sopralluogo a Lipari, che segue un incontro operativo in Municipio. «Mi pare che tutto sia sotto controllo - esordisce il sottosegretario - tutte le verifiche e le indagini sulla situazione sono già state avviate, ma mi risulta che in alcune zone dove ci sono state le frane c'erano dei divieti di navigazione e balneazione che però non sono stati rispettati».    «La prima cosa da fare per la sicurezza - sottolinea Bertolaso - è osservare le norme per evitare rischi a turisti e bagnanti. Adesso vedremo come fare per applicare nel modo più pertinente questi divieti, che vanno fatti rispettare, altrimenti è inutile metterli. Ricordo a tutti che per una cosa del genere due ragazze sono morte a Ventotene. Ognuno deve fare il proprio dovere». Una frase che sembra mettere sotto accusa chi deve fare rispettare i divieti. Ma poi tocca con mano come sia difficile fermare chi viola queste disposizioni. Mentre si trova su una motovedetta della Capitaneria per un sopralluogo nelle zone interessate dagli smottamenti vede imbarcazioni e bagnanti sulla spiaggia attigua a quella di Praia Vinci, una delle "cale" investite dalla frana. «Occorre insegnare alla persone ignoranti - commenta il sottosegretario - il rispetto delle regole, da subito». Regole non rispettate anche a Valle Muria, l'altra spiaggia di Lipari dove ieri si è sfiorata la tragedia, con decine di bagnanti costretti a lanciarsi in mare per sfuggire alla pioggia di massi e detriti. Nel pomeriggio di oggi altri pezzi del costone roccioso si staccano dalla parete. Una motovedetta dei carabinieri, che controlla la zona, nota i primi cedimenti e lancia l'allarme, facendo allontanare appena in tempo tutte le imbarcazioni presenti. Il nuovo smottamento è dovuto a una fase di assestamento della montagna, non a nuovi eventi sismici. Da ieri sera, infatti, non si registrano altre scosse. La notte è trascorsa tranquilla a Lipari e nel resto delle Eolie con "struscio", musica per strada e gite notturne in barca.  Per Bertolaso «l'emergenza sembra finire», si è passati a «uno stato di allerta, attenzione e monitoraggio». Ma le accuse del capo della Protezione Civile sui mancati controlli provocano anche "scosse" di natura politico-amministrativa. Il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, si difende sottolineando che «i divieti ci sono, ma che qualcuno non li ha fatti rispettare». E l'ammiraglio Domenico De Michelis, comandante del dipartimento marittimo della Sicilia orientale, chiamatoindirettamente in causa, definisce le dichiarazioni del responsabile della Protezione Civile come «uno stimolo, un pungolo a incrementare» i controlli in mare. Anche l'assessore al Turismo della Sicilia, Nino Strano, assicura che la Regione sosterrà Bertolaso nella sua battaglia per fare rispettare i divieti, ma nello stesso tempo non nasconde la sua preoccupazione per i contraccolpi all'immagine delle Eolie: «Interverremo con uno sforzo particolare - annuncia - per garantire che non si allontanino quei flussi turistici che avevano cominciato a dare segni di ripresa».
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