giovedì 27 aprile 2023
Il ministro Fitto ammette ritardi sulla spesa da 4,6 miliardi per le strutture per l’infanzia: piano a rischio ma troveremo una soluzione per salvarlo Al palo anche il capitolo idrogeno
Il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto

Il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto - ANSA

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L’operazione verità annunciata dal governo riesce solo in parte. Di fronte alle Camere Raffaele Fitto conferma le criticità nell’attuazione del Pnrr. A partire dal piano per gli asili nido, che non si riuscirà a far partire entro il 30 giugno, ipotecando il pagamento della quarta rata da 16 miliardi del Recovery Ue, ma che, assicura il ministro degli Affari europei, potrà essere recuperato. Resta qualche incertezza anche sul pagamento della terza rata da 19 miliardi, legata al raggiungimento degli obiettivi al 31 dicembre scorso, sulla quale il confronto con l’Europa continua e si attende a breve la soluzione definitiva.

Fitto, nella sua doppia informativa di ieri prima al Senato poi alla Camera si è detto convinto che i problemi saranno risolti anche grazie al decreto sulla nuova governance del Pnrr, del quale ieri è stato firmato il Dpcm di attuazione. E ha assicurato, nonostante le diverse opinioni emerse nel governo nell’ultima settimana, che l’impegno è quello di attivare l’intera spesa prevista dal Piano finanziato dalla Ue. Per una disamina più puntuale dell’attuazione ha rinviato a maggio, quando l’esecutivo presenterà una relazione semestrale con una valutazione complessiva e documentata del Pnrr. L’esponente di Fdi ha assicurato che non saranno fatte modifiche al Piano «senza aprire un confronto in tutte le direzioni con il Parlamento» e «in collaborazione con ministeri, regioni, i comuni, province e città metropolitane ».

«Siamo ancora in una fase in cui si può intervenire per cambiare il Piano. Fra qualche mese non sarà più possibile», ha avvertito. Pertanto una volta individuati i progetti realizzabili nei tempi «gli enti attuatori dovranno dare garanzia pubblica e ufficiale che saranno realizzati entro giugno 2026». Critiche le opposizioni che parlano di governo «in un vicolo cieco » o che «naviga a vista». «Non solo la relazione del ministro Fitto in Aula non chiarisce nulla, ma se possibile fa perdere ancora più credibilità al Paese, proprio alla vigilia di appuntamenti fondamentali come la revisione del Patto di stabilità», ha accusato Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.

«È importante dire che sicuramente ci sono alcune criticità, ma non è il caso di fare allarmismi, ha detto Fitto. Stiamo lavorando al raggiungimento dei 27 obiettivi con scadenza al 30 giugno e c’è l’esigenza di intervenire preventivamente per correggere alcuni obiettivi intermedi, ma col mantenimento dell’obiettivo finale. Il ministro ha citato il piano asili nido tra quelli più a rischio. Si tratta di un capitolo di spesa da oltre 4,6 miliardi per la costruzione di oltre 1800 nidi e 300 scuole materne. L’aggiudicazione degli appalti doveva essere effettuata entro il 31 marzo, poi il termine è slittato di tre mesi ma è ormai evidente che i tempi non saranno rispettati.

L’eventuale bocciatura del piano sarebbe una grave colpo per un Paese che sconta un epocale problema di denatalità e uno smacco per la credibilità di un governo che ha annunciato politiche pro life e per spingere l’occupazione femminile. Ma Fitto si è impegnato a salvare il piano: bisogna capire quali non riescono a rispettare il target in modo da «modificare l’obiettivo al 30 giugno e garantire la realizzazione entro la fine del periodo ». Il problema asili nido è il maggiore ma non l’unico.

C’è anche il capitolo relativo alla «sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale» dove «il numero delle domande è stato inferiore alla disponibilità finanziaria » e il progetto di Cinecittà che «deve essere oggetto di una revisione e di una risoluzione di alcuni contenziosi, in caso contrario difficilmente potrebbe raggiungere il risultato». Per quanto riguarda la rata attesa sugli obiettivi al 31 dicembre 2022, la terza da 19 miliardi, «si procederà in queste ore con l’invio di ulteriore documentazione a Bruxelles, in un confronto costante con la Commissione Ue per raggiungere questo obiettivo, che nelle prossime ore dovrà trovare una soluzione». Il ministro ha confermato che per questa rata sono state individuate criticità relative ai piani urbani integrati con gli stadi di Firenze e Venezia (ora esclusi dal Piano) alle concessioni portuali e al teleriscaldamento. Per i porti, ha detto, con un nuovo decreto ministeriale si sono «superate le criticità sollevate». Infine per il teleriscaldamento «ci sarà un ulteriore bando per superare le obiezioni».

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