mercoledì 30 novembre 2011
​Il vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia, il 68enne bresciano Franco Nicoli Cristiani (Pdl), è stato arrestato insieme ad altre 9 persone tra imprenditori, politici e funzionari pubblici. Sequestrati una cava, un impianto di trattamento di rifiuti e due cantieri della Bre.be.mi.
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Nuova bufera al Pirellone. A pochi mesi dalla vicenda delle presunte tangenti a Sesto San Giovanni, in cui è rimasto coinvolto Filippo Penati, ora a finire nel mirino degli inquirenti è l'altro vice presidente del Consiglio lombardo, Franco Nicoli Cristiani. Le accuse sono pesanti: traffico organizzato di rifiuti illeciti e corruzione. In particolare, all'esponente del Pdl i carabinieri di Brescia hanno sequestrato due buste con 100mila euro in contati, e sono scattate le manette.L'ordinanza di custodia è stata emessa nell'ambito di una vasta operazione che ha portato altre sei persone in carcere, tra i quali anche il coordinatore dello staff dell'Arpa Giuseppe Rotondaro, e tre ai domiciliari, tra imprenditori, politici e funzionari pubblici. Sequestrati la cava di Cappella Cantone, in provincia di Cremona, destinata ad una discarica di amianto, un impianto per il trattamento di rifiuti a Calcinate (Bergamo) e due cantieri della Brebemi a Cassano d'Adda (Milano) e Fara Olivana con Sola (Bergamo). Nell'operazione sono stati utilizzati 150 uomini, tra i carabinieri del comando provinciale di Brescia e quelli del Ris, e un elicottero di Orio al Serio.

Nel corso della perquisizione nella sua abitazione, gli inquirenti hanno sequestrato a Nicoli Cristiani due buste in cui hanno trovato 100 mila euro in banconote da 500, frutto, secondo la procura, di una tangente. Di episodi di corruzione, secondo gli inquirenti, erano emerse prove nel corso di diverse intercettazioni.Sconvolta la politica regionale. "Ho piena fiducia nell'operato della magistratura", ha commentato il presidentedel consiglio regionale lombardo, Davide Boni, dicendosi profondamente colpito dalla notizia. "Confido nel fatto che il vicepresidente possa dimostrare l'estraneità ai fatti contestatigli", ha aggiunto. Il capogruppo pidiellino Paolo Valentini riferisce di consiglieri "profondamente sgomenti" per quanto accaduto, ma invita a non affrettare commenti. "Sarebbe inopportuno - ha fatto notare - esprimere in questo momento giudizi sulla questione. Lasciamo lavorare serenamente la magistratura e lasciamo al vicepresidente del Consiglioregionale la possibilità di replicare alle accuse che gli vengono mosse e di chiarire la sua posizione". 

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