giovedì 7 febbraio 2019
La stima della Commissione Ue: nel 2019 scenderà a + 0,2% per attività ecomica "anemica" a inizio anno. «Pesa l'incertezza politica». Italia ultima per crescita. Tria: «Solo una battuta d'arresto»
Taglio record per il Pil dell'Italia, spread a 280
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Nel 2019 il Pil italiano "scenderà" a +0,2%, considerevolmente meno di quanto anticipato nelle previsioni autunnali (+1,2%): lo scrive la Commissione Ue nelle nuove stime che vedono un'attività economica 'anemicà nella prima metà dell'anno. La revisione, la più ampia in Ue, è dovuta a «un rallentamento peggiore del previsto nel 2018, incertezza di policy globale e domestica e a una prospettiva degli investimenti molto meno favorevole». La stima del Pil 2018 è 1%, nel 2020 0,8%, e l'Italia resta ultima in Ue per crescita. Forte riduzione delle stime anche per Germania (all'1,1% dall'1,8%) e Olanda (all'1,7% dal 2,4%). 'Oltre a fattori esterni che si ripercuotono su molti Paesi, notiamo che in Italia l'incertezza sulle politiche economiche ha avuto ripercussioni negative sulla
fiducia delle imprese e sulle condizioni finanziariè, dice il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis. Balzo dello spread a 280 punti base.

Più ottimista la lettura del ministro dell'Economia Giovanni Tria, in Aula alla Camera: «Con la pubblicazione della stima preliminare dei conti trimestrali per il quarto trimestre 2018 l'Istat ha reso noto che il Pil reale è diminuito dello 0,22% facendo seguito alla marginale flessione del terzo trimestre. Sottolineo che si tratta di una stima preliminare - spiega Tria - che segnala una fase di cosiddetta recessione tecnica. La flessione cumulata è comunque limitata a 0,36 punti percentuali» . Per il ministro dell'Economia quindi si può parlare «di battuta d'arresto più che di vera recessione».

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