venerdì 20 maggio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
L’idea degli hotspot galleggianti «è pienamente allo studio da parte dei nostri esperti e presto daremo il risultato di questo studio. È una buona idea», ma si devono studiare «i mezzi tecnici e legali per attuarla». Così il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos, sull’ipotesi di usare navi per l’identificazione dei migranti. Secondo alcune fonti, quella degli hotspot galleggianti viene considerata una buona idea anche in considerazione dei mutamenti delle rotte migratorie, che richiedono strumenti flessibili e pronti ad essere impiegati in luoghi diversi. Un team di cinque persone sta lavorando allo studio dell’iniziativa, considerando gli aspetti tecnici e legali, ed i risultati dovrebbero essere comunicati già nei prossimi giorni. «I diritti non potranno mai essere garantiti in modo adeguato in alto mare»: è l’opinione dell’Asgi, Associazione di studi giuridici sull’immigrazione della quale fanno parte avvocati, giuristi e studiosi, che chiede al ministero dell’Interno e al Governo italiano l’abbandono immediato di questa ipotesi e invita l’Acnur a monitorare attentamente affinché venga garantito l’effettivo accesso al sistema della protezione internazionale in Italia. L’identificazione degli stranieri e dei richiedenti asilo in base alle norme dell’Ue e alla legislazione italiana - ricorda l’Asgi - deve essere svolta in centri di primo soccorso e accoglienza, in centri di identificazione ed espulsione, in centri governativi di prima accoglienza o nelle Questure, e in tali luoghi hanno diritto di essere informati dei loro diritti e doveri, inclusa la possibilità di presentare domanda di protezione internazionale, e a tali centri hanno diritto di accedere organizzazioni di tutela e avvocati per garantire informazione e diritto alla difesa. Ogni altra alternativa, oltre che indesiderata, richiederebbe una modifica delle norme internazionali sulla protezione degli esseri umani. (N.S.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Le iniziative Bruxelles oggi ribadirà l’agenda europea. Sei centri in Italia: Lampedusa, Pozzallo, Trapani, Taranto, Augusta e Porto Empedocle. Di questi sei solo i primi quattro sono già operativi Possibile l’apertura di una struttura anche in Sardegna Dimitris Avramopoulos
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: