giovedì 3 novembre 2016
Fabbriche nel mirino per lo sfruttamento di lavoro nero e smaltimento illecito rifiuti. Da oltre 20 giorni controlli a tappeto delle forze dell’ordine per frenare i roghi di rifiuti
Per la Terra dei fuochi un'operazione legalità
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Prosegue ormai da tre settimane la vasta operazione di controllo del territorio condotta dai Carabinieri per la tutela ambientale, in collaborazione con il corpo di polizia della Città metropolitana di Napoli, nei comuni compresi nella cosiddetta Terra dei Fuochi. Dal Casertano al Vesuviano sono ormai centinaia le perquisizioni, i sequestri, le ammende che interessano fabbriche, attività tessili, aziende di abbigliamento, autolavaggi, carrozzerie e depositi di carburante.

Un’operazione frutto di prassi partecipative facenti parti del Patto per la Terra dei Fuochi attuate secondo la modalità operativa denominata 'Action Day' il cui modello, con il plauso del prefetto Donato Cafagna, è stato applicato alla complessiva attività di contrasto al fenomeno dei roghi di rifiuti per la quale il prefetto ha ricevuto specifico incarico dal Viminale. Ieri nei numerosi controlli sono state denunciate 117 persone e 76 attività sono state sospese o sottoposte a sequestro.

Deferiti a piede libero 20 datori di lavoro per violazioni al decreto legislativo sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Comminate sanzioni amministrative e penali ammontanti complessivamente a circa 400mila euro. Tra i reati contestati, lo smaltimento illecito di rifiuti, lo sfruttamento del lavoro nero, l’abusivismo edilizio, la violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. In particolare nel Giuglianese sono stati scoperti e sanzionati autolavaggi e officine che scaricavano acque reflue direttamente nelle fogne. Il titolare 44enne di un autolavaggio a Mugnano continuava l’attività nonostante l’impianto fosse già stato sottoposto a sequestro. A Caivano sono stati trovati motori rubati, rottami e pneumatici e olii esausti sversati sul terreno.

A Grumo Nevano un cittadino bengalese 45enne, residente a Casandrino, è stato arrestato. La sua azienda di abbigliamento era infatti alimentata da energia elettrica tramite un allaccio diretto alla rete pubblica. Nell’opificio sono stati trovati anche 4 operai bengalesi irregolari. È stato denunciato inoltre un 50enne, proprietario di un’officina meccanica e di riparazione e vendita gomme che a Pascarola teneva su un terreno di circa 10.000 metri quadrati otto motori di autovetture di provenienza illecita, stoccando anche illegalmente rifiuti speciali (veicoli in stato di abbandono e pneumatici usurati) e sversando olii presi da veicoli destinati alla rottamazione. Nel Nolano un carrozziere e un meccanico stoccavano illegalmente rottami; il 47enne titolare di un’officina meccanica a Cicciano teneva numerose parti di motore e rifiuti ferrosi abbandonati, sprovvisto delle autorizzazioni per l’immissione in fogna dei reflui produceva emissioni in atmosfera senza autorizzazione.

A Ottaviano è stato scoperto un opificio non in regola in materia di sicurezza sul lavoro e smaltimento dei rifiuti, che impiegava 4 lavoratori a nero e clandestini. In un secondo opificio un 69enne del luogo impiegava 8 lavoratori in nero. A Terzigno sono stati scoperti due opifici carenti dal punto di vista dell’igiene e della sicurezza, con 7 lavoratori impiegati a nero, alcuni in stato di clandestinità. A Boscoreale sono stati sequestrati altri 2 opifici.

Nel Casertano, ispezioni in 41 attività (aziende tessili e calzaturiere, officine meccaniche e carrozzerie), 28 delle quali risultate irregolari. Su 134 lavoratori controllati, 86 sono risultati in nero. Sono 22 i provvedimenti di sospensione attività. Due opifici, a Casal di Principe e Sant’Arpino, sono stati sottoposti a sequestro preventivo perché sprovvisti dei requisiti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sversamento rifiuti.

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