giovedì 29 agosto 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
Cinquecento milioni di euro per la cassa integrazione in deroga e settecento milioni per salvaguardare altri 6.500 esoda­ti. Questi gli altri due tasselli princi­pali del decreto varato ieri dal Con­siglio dei ministri. Annunciato, ma inferiore alle richieste del mondo sin­dacale (almeno 1 miliardo), lo stan­ziamento per garantire il pagamen­to degli ammortizzatori sociali nei mesi restanti del 2013, con la crisi che continua a moltiplicare le necessità.
Meno scontata era la misura per la salvaguardia di un’altra quota dei la­voratori rimasti senza pensione, già annunciata dal governo ma attesa per i prossimi mesi. Un’accelerazione su cui ha giocato probabilmente l’insi­stenza del Pd per allargare il menù degli interventi, al di là del piatto for­te dell’Imu prima casa. «Misure uti­li », le definisce la Cgil, che lasciano però «irrisolti» entrambi i problemi.
A illustrare questi provvedimenti è stato in conferenza stampa il mini­stro Enrico Giovannini, che ha sotto­lineato come il governo abbia stan­ziato complessivamente dal suo in­sediamento 3,7 miliardi per il setto­re lavoro. Il rifinanziamento della Cig da 500 milioni previsto dal decreto di ieri, ha spiegato, si aggiunge al mi­liardo già erogato a maggio e con­sente di arrivare a uno stanziamen­to totale pari a quello del 2012. Lo stesso Giovannini riconosce che po­trebbe non bastare, dato che que­st’anno la crisi dell’occupazione ha registrato un’ulteriore e sensibile im­pennata. E rinvia ai prossimi mesi nuovi interventi per far fronte alle e­ventuali esi­genze ag­giuntive.
Per quan­to riguarda gli esodati il ministro del Lavoro parla di quarta salvaguardia, a bene­ficio di una categoria di persone in «situazione di particolare disagio», dopo quelle messe in campo dal go­verno Monti che hanno messo in si­curezza 130mila lavoratori. Il nuovo paracadute riguarda coloro che so­no stati licenziati individualmente tra il 2009 e il 2011 e che avrebbero do­vuto andare in pensione con le vec­chie regole entro il dicembre 2014 ma sono rimasti spiazzati dalla riforma Fornero. Con questo decreto potran­no avvalersi della normativa pre-For­nero, con un costo aggiuntivo per le casse previdenziali coperto dallo Sta­to.
Si tratta appunto di una dote da 700 milioni di euro complessivi da stanziare fino al 2017. Anche questo provvedimento non chiude il caso e Giovannini rinvia al Parlamento la di­scussione per intervenire sugli altri esodati rimasti ancora senza tutela. Sull’insufficienza di queste misure insiste la Cgil sottolineando che le ri­sorse messe in campo sono «esigue» e lasciano «irrisolti» tanto il nodo del­la Cig in deroga che quello degli eso­dati.
Ma soprattutto i sindacati te­mono che con la cancellazione del­l’Imu 2013 per il rilancio dell’occupazione restino solo le briciole. «L’ur­genza fiscale non era l’Imu – incalza ancora la Cgil – ma il taglio delle tas­se sul lavoro». E il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, perplesso sulla nuova service tax, ricorda che il sindacato chiedeva una soluzio­ne diversa, utile a recuperare risor­se da destinare agli sgravi su sti­pendi e pensioni. Ieri mattina i tre segretari confederali Camusso, Bo­nanni e Angeletti hanno incontra­to il leader di Confindustria Gior­gio Squinzi per fare il punto della situazione in vista dei prossimi pas­saggi dell’attività di governo. Serve una «vera riduzione delle tasse sul lavoro», sottolinea dalla Uil Ange­letti e ora, chiuso o quasi il caso I­mu, le parti sociali puntano a fare fronte comune.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: