sabato 3 agosto 2013
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Il day after della pronuncia della Cassazione nel processo «diritti tv Mediaset» ha il connotato dell’inesorabilità della macchina procedurale, che si è messa in moto. La Questura di Milano, come disposto dalla legge, ha stabilito dalla revoca del passaporto per l’ex premier, anche se il provvedimento sarà eseguito dai colleghi di Roma perché l’ex premier ha da qualche tempo eletto la propria residenza nella Capitale. Intanto è giunto a Palazzo Madama, Camera di appartenenza del senatore Silvio Berlusconi, l’estratto esecutivo della sentenza della Cassazione che lo ha condannato in via definitiva a 4 anni (di cui tre "indultati") per frode fiscale. Il presidente del Senato Pietro Grasso l’ha trasmesso a Dario Stefano (Sel), presidente della giunta per le Elezioni e per le Immunità, che dovrebbe riunirsi il 7 agosto. In base al provvedimento anticorruzione varato un anno fa, tocca alla Camera di appartenenza votare su decadenza e incandidabilità, come disposto dagli articoli 1, 3 e 13 della legge. Per il Movimento Cinquestelle, sarà «solo una formalità». In ogni caso, la procedura da espletare per "decadenza" è analoga a quella per l’ineleggibilità, già avviata e potrebbe avere il medesimo relatore: Andrea Augello (Pdl). «Entro un mese – calcola il presidente Stefano – potremmo arrivare ad una decisione. E la parola dovrebbe poi passare all’Aula per il voto finale». L’iter dovrebbe essere così articolato: dopo la proposta del relatore, la Giunta dovrebbe convocare una seduta pubblica per dare la possibilità alla difesa di dire la sua. Entro 5 giorni, si potranno presentare memorie e controdeduzioni. Quindi i commissari si riuniranno in Camera di Consiglio e avranno 48 ore di tempo per decidere. Sulla carta, la preponderanza del centrosinistra è evidente: 10 senatori del Pd, 4 del M5S, 1 di Sel e 1 di Scelta Civica, per un totale di 16. Il centrodestra annovera 4 senatori del Pdl, 1 di Gal e 1 della Lega. Totale: 6. Fuori dagli schemi è il socialista Enrico Buemi. Ma il passaggio in Commissione è solo il primo tempo della partita: il secondo, e senza supplementari, avverrà in Aula, dove la proposta dovrà essere messa al voto, che potrà anche essere segreto, se richiesto da almeno 20 senatori.Nel frattempo, sul piano giudiziario, la procura di Milano ha dato corso al decreto d’esecuzione (seppur con contestuale «sospensione») della pena detentiva per Silvio Berlusconi. Il decreto andrà quindi notificato al diretto interessato, presso la sua residenza. La contestuale sospensione dell’esecuzione della pena (ammonta ad un anno il residuo da scontare) è automatica, trattandosi di una condanna inferiore ai 3 anni. In quanto ultrasettantenne, Berlusconi (nato nel 1936) può chiedere il beneficio della detenzione domiciliare, che però non potrà scattare prima di metà ottobre. Il Tribunale di sorveglianza di Milano è chiuso per ferie fino al 16 settembre: da quel giorno, il Cavaliere avrà 30 giorni per presentare inoltre la domanda di pena alternativa, cioè l’affidamento in prova ai servizi sociali. Se non lo fa, al termine del periodo previsto dovrebbero scattare i domiciliari. Se invece dovesse avanzare richiesta, non sarebbe comunque eseguibile prima dell’udienza davanti al giudice, che ha sei mesi di tempo per fissarla.C’è infine lo spiraglio aperto da Franco Coppi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, che hanno annunciato ricorso contro la sentenza presso le istituzioni europee. Spes ultima dea, recita un adagio latino ispirato a una favola di Esopo. Finora però, dal vaso di Pandora giudiziario, per il Cavaliere di buone notizie non ne sono uscite.
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