giovedì 20 settembre 2012
Approvata dal Senato l’intesa di Lanzarote Il termine entra nel codice penale. Inasprite le pene, fino a 5 anni, per chiunque istighi a commettere reati contro i più piccoli. Anche l’apologia verrà punita Perseguito il tentativo di adescamento via telefono o sul web.
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​E finalmente la parola pedofilia entrò nel nostro Codice penale. È successo ieri, con la ratifica all’unanimità da parte del Senato della “Convenzione per la protezione di minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale”, che venne firmata a Lanzarote (un’isola delle Canarie) nel 2007. Ci sono volute sei letture, ma adesso è diventata legge. Introducendo appunto nel Codice penale la parola «pedofilia» (articolo 414 bis), disciplinando anche i casi di grooming (l’adescamento attraverso internet) e di turismo sessuale e chiudendo ogni via di fuga dalle proprie responsabilità, visto che non si potrà più dichiarare di non essere a conoscenza della minore età della persona offesa. «La ratifica è una buona notizia per tutti i minori – secondo Vincenzo Spadafora, autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza –. Un’arma in più per contrastare l’abuso e lo sfruttamento sessuale». E poi c’è la «grande soddisfazione» del ministro del Welfare, Elsa Fornero, per questo «importante traguardo di civiltà nell’ordinamento giuridico italiano».Verrà quindi punito con il carcere (da tre a cinque anni) chiunque, «con qualsiasi mezzo, anche telematico», e «con qualsiasi forma di espressione, istighi a commettere reati di prostituzione minorile, pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico, di violenza sessuale nei confronti di bambini e di corruzione di minore». Non soltanto, ma la stessa pena toccherà a chi «pubblicamente fa apologia di questi delitti».Le novità introdotte da questa ratifica sono tuttavia diverse. Vengono previste pene più severe per tutta una serie di reati: dai maltrattamenti in famiglia a danno di minori all’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati a sfondo sessuale a danno di minori. C’è, ancora, un inasprimento della pena anche per i reati di prostituzione minorile, passando da uno a sei anni (finora da sei mesi a tre anni) per chiunque compia atti sessuali con un minore di età compresa tra 14 e 18 anni «in cambio o per la promessa di un corrispettivo in denaro o altra utilità». Stessa cosa per la pornografia minorile, con reclusione fino a tre anni e multa fino a 6mila euro per «chiunque assista a esibizioni o spettacoli pedopornografici».Dal mondo dell’associazionismo s’è subito alzato un coro di commenti positivi. Racconta don Fortunato Di Noto, fondatore del “Telefono Arcobaleno”, dell’«enorme soddisfazione per l’approvazione della nuova legge: i bambini ora saranno sempre più protetti». Anche per “Save the Children” c’è «grande soddisfazione», perché l’Italia «rafforza il proprio sistema di protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso e si adegua agli altri Paesi europei». Secondo Marco Scarpati, presidente di Ecpat-Italia, «è un importante passo in avanti per la difesa dei bambini dall’abuso e dal mercato del sesso», sebbene ci sia qualche dubbio sull’applicabilità di alcune norme. E «l’approvazione da parte del Senato della Convenzione di Lanzarote, sia pure con grave ritardo – annota il Copercom (Coordinamento delle associazioni per la comunicazione) – segna un autentico salto culturale nella lotta alla pedofilia e alla pedopornografia».Soddisfatti, trasversalmente, anche a Palazzo. «Abbiamo messo a segno un fondamentale punto nella battaglia contro la piaga della pedofilia e della pedopornografia», spiega Barbara Saltamartini, vicepresidente dei deputati Pdl. E sottolinea Anna Serafini, Pd, vicepresidente della Commissione per l’infanzia e l’adolescenza, che «con Lanzarote il primo passo di proteggere i bambini dalla violenza in tutte le sue forme ora è più sicuro».
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