venerdì 20 agosto 2010
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Alla accelerazione elettorale di Umberto Bossi il Pd replica chiedendo una certificazione di fronte alle Camere della dissoluzione dell’esecutivo. «Bossi può chiedere le elezioni, prima però il presidente del Consiglio si deve presentare in Parlamento ed ufficializzare la crisi ammettendo che non è più in grado di governare», è l’intimazione che arriva dal capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, Filippo Penati. All’unisono il capogruppo di Idv alla Camera, Massimo Donadi, dichiara: «Prima il premier venga in aula a formalizzare la crisi, altrimenti è fantapolitica». E il presidente dei senatori dell’Udc, Gianpiero D’Alia ribadisce, chiamando in causa la Costituzione, che «se Berlusconi dovesse rassegnare le dimissioni, il Capo dello Stato dovrà provvedere a verificare se ci sarà ancora una maggioranza in Parlamento e se le forze politiche potranno andare avanti».Quasi ad assicurare che il Pd non teme elezioni, il portavoce di Bersani, Stefano Di Traglia, smentisce decisamente quanto affermato dal capo della Lega, cioè che il suo leader si sarebbe recato dal premier per dirgli "mica vorrai andare al voto?". «Bossi è in confusione, arriva a inventarsi delle favole», ribatte Di Traglia. Addirittura tutta la «maggioranza o il residuo di maggioranza rimasto», secondo Pierluigi Castagnetti sarebbe «in stato confusionale» con Bossi che spinge e Berlusconi che frena. L’impressione dell’ex segretario del Ppi è «che non sappiano come uscire dall’impasse: da un lato non riescono ricomporre condizione numerica, forte e coesa», dall’altro si rendono conto che il «ricorso alle elezioni non è così semplice, perché la Costituzione impone al presidente Napolitano di rispettare le procedure assolutamente vincolanti».Ma il bersaglio principale del Pd è il leader della Lega. «Bossi ha indicato anche la data delle elezioni: siamo all’assurdo, se un giorno salirà al Quirinale, potrà togliersi questa soddisfazione, per ora ha altri doveri di fronte agli italiani», rimarca Francesco Boccia. Se il "Carroccio" ha inserito la quinta per raggiungere la consultazione popolare, Penati interpreta la mossa come il riconoscimento davanti agli italiani che «il centrodestra ha fallito e che la guerra scoppiata al suo interno ha distrutto la fiducia». Il vertice di oggi? «Solo una riunione politica», ne minimizza la portata istituzionale Michele Ventura. I quattro punti programmatici? «Altrettanti fallimenti del governo», sostiene Davide Zoggia.
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