mercoledì 5 gennaio 2011
Si rischia il blocco dell’assistenza informatica. La denuncia delle toghe: «La politica voluta dal ministro Alfano? Fallimento annunciato». Il segretario Cascini: tribunali chiusi e gare d’appalto deserte Stop a tutti i processi.
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I tribunali italiani rischiano di chiudere. La denuncia arriva dall’Associazione nazionale magistrati, secondo cui col nuovo anno rischia di aprirsi uno scenario drammatico, a seguito del blocco dal primo gennaio dell’assistenza informatica agli uffici giudiziari. «Una paralisi complessiva del sistema», con la «chiusura dei tribunali» e l’impossibilità per le imprese e i privati di partecipare a gare di appalti e concorsi. È per questo che l’Anm ha annunciato una «protesta forte e decisa», parlando di «colpo finale» del governo a una «macchina che ha già enormi difficoltà di funzionamento». Per il segretario dell’associazione, Giuseppe Cascini, «l’assistenza informatica consente il funzionamento della macchina giudiziaria: se si ferma il rischio serio è la paralisi degli uffici giudiziari e del sistema».Stiamo dunque andando incontro a uno stop forzato delle attività che si celebrano nei Palazzi di Giustizia, a partire dal «blocco dell’attività processuale». Ma non è tutto: se dovesse saltare l’assistenza informatica agli uffici, diventerebbe impossibile il rilascio dei certificati e delle copie degli atti dei procedimenti, con conseguenze pesantissime per i singoli cittadini e per il sistema socio-economico.«I tribunali chiuderanno e se si blocca un ufficio essenziale per la vita del Paese le imprese non potranno più partecipare a una gara di appalto, perché non avranno la certificazione necessaria, e nemmeno iscrivere una causa a ruolo», ha spiegato Cascini. Lo stesso problema si porrà per chi intende prendere parte a un concorso pubblico. Una situazione drammatica che è il «segno della grave disattenzione ai problemi di funzionamento della giustizia» ha sottolineato Cascini. Sul banco degli imputati, per le toghe, c’è soprattutto il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Con il Guardasigilli la polemica è diretta: «Il bilancio della sua attività non può che essere la registrazione di un fallimento annunciato, visto che si è occupato esclusivamente di questioni che hanno appassionato il dibattito politico, disinteressandosi del funzionamento della giustizia, di cui secondo la Costituzione è il responsabile». Senza dire dell’«atteggiamento di chiusura» tenuto dal ministro sulle proposte per «recuperare risorse e ridurre le spese».Più in generale, la polemica dei magistrati investe l’intera maggioranza. «Sino a una settimana fa – ha fatto notare Cascini – abbiamo sentito esponenti del governo che magnificavano l’informatizzazione degli uffici giudiziari; ma le bugie hanno le gambe corte: ora scopriamo l’amara verità che ci tolgono quel poco che gli uffici hanno realizzato con mezzi propri».La situazione è arrivata al limite di guardia e l’Anm intende muoversi con delle precise iniziative. Le toghe convocheranno al più presto i propri organismi direttivi: il 12 gennaio ci sarà la giunta dell’Anm, il 15 il parlamentino. L’obiettivo è quello di «assumere decisioni forti».
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