venerdì 31 maggio 2013
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Il Consiglio dei ministri ha nominato Alessandro Pansa, 62 anni, capo della Polizia su proposta del ministro Alfano. Pansa è un prefetto che proviene dalla polizia, dove è stato al Servizio centrale operativo assieme a Manganelli e a Gianni De Gennaro. Pansa è stato anche prefetto di Napoli.Nato a Eboli (Salerno) 62 anni fa, sposato, con due figli, il nuovo capo della polizia Alessandro Pansa ha passato anni importanti della sua carriera al Servizio centrale operativo (Sco) insieme ai suoi due predecessori al vertice del Dipartimento di Pubblica sicurezza, Antonio Manganelli e Gianni De Gennaro.Gli inizi in Calabria, sia nel settore del contrasto alla criminalità organizzata che al terrorismo. A Roma dal 1982, ha lavorato prima alla squadra narcotici della questura e, poi, presso il centro interprovinciale Criminalpol Lazio-Umbria. Trasferito presso la direzione centrale della polizia criminale nel 1985, Pansa ha contribuito alla costituzione del Servizio centrale operativo, la struttura investigativa di vertice della polizia di Stato, divenendone poi il direttore nel 1996. Ha condotto indagini contro le organizzazioni mafiose che hanno portato alla cattura di latitanti come Nitto Santapaola.Nel giugno del 2000 è stato nominato prefetto, con l'incarico di direttore centrale per la polizia stradale, ferroviaria, postale, di frontiera e dell'immigrazione. Nel 2003 è diventato direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere. Due anni dopo la promozione a vicecapo della polizia, nonchè direttore centrale della polizia criminale. In questa funzione, oltre a dirigere la Criminalpol, struttura interforze che attua le politiche del Governo in materia di lotta alla criminalità, ha coordinato la Direzione investigativa antimafia, la Direzione centrale per i servizi antidroga ed è stato responsabile per le strategie di contrasto al traffico di migranti. Nuovo cambio nel 2007, quando viene nominato prefetto di Napoli e, per sei mesi, anche Commissario di governo per l'emergenza rifiuti nella Regione Campania. In questa veste è stato indagato, insieme all'allora governatore campano Antonio Bassolino e ad una ventina di persone, nell'ambito di un'inchiesta della procura di Napoli sulla gestione dello smaltimento di rifiuti. Successivamente la sua posizione è stata archiviata dal gip, su richiesta degli stessi pm. Nel 2010 è diventato capo Dipartimento per gli affari interni e territoriali, incarico che ha mantenuto fino ad oggi.
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