martedì 27 febbraio 2018
Fu il primo a dare vita a Napoli a una Fondazione per strappare le famiglie da questa piaga sociale. Il ricordo di monsignor Alberto D'Urso che presiede la Consulta nazionale anti-usura
Il gesuita padre Massimo Rastrelli, scomparso a 90 anni

Il gesuita padre Massimo Rastrelli, scomparso a 90 anni

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È morto nella notte tra lunedì e martedì il gesuita padre Massimo Rastrelli, che dette vita a Napoli alla prima Fondazione antiusura di matrice ecclesiale in Italia. Il suo esempio sarebbe poi stato seguito da molte altre diocesi (attualmente le Fondazioni operanti sono 30), riunite nella Consulta nazionale di cui fu anche il primo presidente. Il decesso, dopo una lunga malattia, è avvenuto a Rovarè, frazione del comune di San Biagio di Callalta (provincia di Treviso), dove il religioso si era ritirato da tempo. Padre Massimo aveva 90 anni.

La Consulta nazionale delle Fondazioni antisura, ora presieduta da monsignor Alberto D'Urso, «con la preghiera accompagna Padre Massimo Rastrelli che questa notte è salito al cielo». «Il suo impegno - si legge in una nota -, il suo servizio evangelico ai poveri e alle famiglie indebitate e strozzate dall’usura continuerà a vivere nel cuore dei volontari e dei poveri incontrati. Se oggi la Chiesa è in grado di offrire un esempio di apostolato competente e perseverante nei confronti delle famiglie flagellate dai debiti lo deve a Padre Massimo Rastrelli che ventisette anni fa, da Parroco del Gesù Nuovo a Napoli, ha denunciato la presenza di questa piaga sommersa».

«Amava i poveri come Gesù - prosegue monsignor D'Urso -. Tutto il Paese ha un grande debito nei suoi confronti. Ha dato vita con l’istituzione della Fondazione San Giuseppe Moscati a un percorso che si è consolidato con la nascita della Consulta nazionale Antiusura, la quale ha promosso la costituzione di trenta Fondazioni Antiusura distribuite sul territorio nazionale. Chiamò a raccolta le persone di buona volontà a mettere a disposizione delle persone in crisi le loro competenze e specializzazioni per uscire dalla morsa dei debiti. Ha insegnato a tanti volontari a non giudicare ma ad aiutare le persone cadute nella trappola dell’usura. “Bisogna assicurare ad esse un’altra opportunità di vita”. Questo è stato il suo credo più profondo».

L'attuale presidente della Consulta nazionale ricorda ancora: «Siamo partiti con pochi mezzi ma animati da tanta fede e buona volontà. Abbiamo salvato tante famiglie dalla morsa dei debiti. Abbiamo svegliato le coscienze dei decisori pubblici che ignoravano il fenomeno dell’usura e creato una coscienza antiusura. Se il legislatore si è dotato della norma 108/96 lo deve al perseverante lavoro delle Fondazioni Antiusura. Abbiamo incontrato i Pontefici che si sono avvicendati negli anni che ci hanno sempre incoraggiato e sostenuto. Ci sarebbe tanto da raccontare. 27 anni dalla nascita della prima Fondazione Antiusura sono la
prospettiva di una storia. Una storia che continua».

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