mercoledì 3 agosto 2016
​Gli investigatori: voleva colpire lo scalo. Nelle intercettazioni con la moglie: «Non è difficile colpire un aeroporto». E spiega come farebbe.
Il pachistano espulso mirava ad Orio al Serio
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C’era anche l’aeroporto di Orio al Serio nella lista dei possibili obiettivi di Farooq Aftab, il pachistano di 26 anni residente a Vaprio D’Adda espulso e rimpatriato ieri su un aereo. Le indagini dei carabinieri del Ros di Milano, guidati dal colonnello Paolo Storoni, e coordinate dai pm anti terrorismo Maurizio Romanelli e Pietro Basilone hanno seguito per un anno il processo di radicalizzazione del magazziniere del Decathlon di Basiano (hinterland di Milano) tracciando il profilo di una persona, violenta (a cominciare dall’ambito famigliare), pericolosa e pronta a entrare in azione.«Vedì, non è difficile colpire un aeroporto», avrebbe detto nell’ottobre dello scorso anno intercettato in auto con la moglie mentre passava davanti all’aeroporto di Orio al Serio. E ancora: «Si possono fabbricare esplosivi utilizzando la gomma che può passare attraverso il metal detector».Commento simile viene registrato mentre parcheggia in un centro commerciale: «Qui si può comprare il materiale per l’esplosivo», riferendosi ai fertilizzanti utilizzati nella fabbricazione di ordigni artigianali. La moglie non era complice del marito, semmai era costretta ad ascoltare i suoi proclami deliranti. In più di un caso sarebbe stata percossa perché rifiutava di indossare il burqa. Tuttavia Farooq Aftab insisteva perché prendesse la patente: la concessione alla modernità non deve illudere, era solamente in funzione di un eventuale martirio.«Impara a guidare, così anche se non ci sarò più io potrai aiutare i mujahidin». Con un’autobomba.La notte di Capodanno viene intercettato mentre parla della necessità di fare attentati in una capitale europea. Neanche un mese dopo giura fedeltà su Internet al Califfo al Baghdadi e allo stato islamico. Farooq era in contatto con Ibdrahim Bledar, albanese 25enne di Pozzo d’Adda, rimpatriato il 3 marzo scorso e, tramite quest’ultimo, con il gruppo dell’aspirante terrorista Fatima. Il pachistano, avrebbero accertato le indagini, aveva effettuato una serie di ricerche on line di materiali jihadisti e manteneva contatti per andare in Bosnia e raggiungere la Siria. Gli episodi che suscitano l’allerta degli investigatori intanto si concatenano nelle maglie delle intercettazioni: nei giorni della Settimana Santa insulta i fedeli che escono da Messa in una chiesa di Vaprio D’Adda. Infine, ridimensiona i suoi piani e identifica in una rivendita di alcolici dello stesso centro l’obiettivo da far saltare in aria.«Il pachistano aveva manifestato l’intenzione di compiere attentati una volta ottenuta la cittadinanza italiana – le parole del ministro dell’Interno Angelino Alfano, ieri – e aveva espresso più volte il desiderio di recarsi in Siria o di partire per la Bosnia per intraprendere uno specifico addestramento per il jihad».
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