giovedì 11 aprile 2013
​Il gip del Tribunale dei minori di Trieste ha convalidato il fermo delle due ragazzine accusate di aver ucciso il pensionato di Udine Mirco Sacher per il solo reato di omicidio preterintenzionale. Le quindicenni che si sono avvalse della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di convalida trascorreranno i prossimi due mesi in due strutture protette differenti.
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Il gip del Tribunale dei minori di Trieste Laura Raddino ha convalidato il fermo delle due ragazzine accusate di aver ucciso  il pensionato di Udine Mirco Sacher per il solo reato di omicidio preterintenzionale. Cadono, dunque, le ipotesi di reato per omicio volontario e per furto aggravato, le quindicenni trascorreranno i prossimi due mesi in due strutture protette differenti. Gli interrogatori di garanzia sono iniziati alle 10 di questa mattina all'interno della casa protetta dove si trovano da lunedì. Il loro primo racconto lo avevano fatto quella notte, prima davanti ai carabinieri di Pordenone poi al pm con l'assistenza dei loro avvocati. Oggi invece il silenzio. Le due ragazzine hanno anche potuto incontrare i genitori: una entrambi, l'altra (orfana di madre) il padre. Anche la seconda quindicenne si è avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande del gip del Tribunale dei Minori di Trieste nel corso dell'udienza di convalida tenuta nella struttura protetta dei minori che le ospita a Trieste. Le due quindicenni si erano costituite dopo la morte del pensionato udinese Mirco Sacher, 67 anni. Il capo della Procura dei minori di Trieste, Dario Grohmann già al termine del primo interrogatorio aveva definito il caso «un grosso puzzle» aggiungendo che, «dobbiamo mettere a posto tutti i tasselli» per tentare di risolvere la vicenda.Secondo quanto si è appreso, nei giorni scorsi, il quadro clinico riscontrato nel corso dell'autopsia è complesso e poco chiaro. Si attendono a questo punto le perizie tossicologiche. Entro trenta giorni dovrebbero essere completate le analisi istologiche. Secondo gli inquirenti resta valida l'ipotesi che le due ragazzine possano aver soffocato il 67enne, ma dovrà essere compiuto ancora un approfondito esame autoptico. Le ragazze, entrambe quindicenni, già nel corso del primo interrogatorio avevano ribadito di aver strangolato l'uomo per difendersi da un tentativo di violenza sessuale. Ma la loro versione non aveva convinto gli inquirenti dal momento che sul corpo dell'uomo non ci sono segni evidenti. Inoltre, tutta la dinamica della vicenda, come ricostruita dalle due quindicenni presenta infatti incongruenze e contraddizioni.Da quanto si è appreso, le giovani avrebbero passato l'intera mattinata di domenica (dalle 9.30 del mattino) in compagnia di Mirco Sacher, prima in un bar di Remanzacco (Udine), poi a casa dell'uomo dove avrebbero pranzato e quindi chiedendogli il passaggio in macchina. Saliti tutti e tre, l'uomo avrebbe deviato l'auto in un campo e qui avrebbe tentato di molestarle.  Le ragazzine avrebbero riferito di aver avuto una discussione accesa con l'anziano. Ma questo contrasterebbe con quanto riferito da due testimoni che sostengono invece di averle viste parlare tranquillamente con Sacher in piedi fuori della vettura. Per il momento l'ipotesi è che l'uomo sia morto per strangolamento, ma non si esclude che sia stato colto da un malore. Gli inquirenti cercano pertanto di avere riscontri su un racconto che viene definito «avventuroso e che non convince», in quanto la versione delle due giovani - al momento separate l'una dall'altra anche se non si esclude un faccia a faccia - appare lacunosa e lascia spazi e vuoti sinora non colmati. In casa della vittima non sono stati trovati elementi utili alle indagini. L'uomo non possedeva un computer e da quanto hanno raccontato i testimoni già sentiti dalla Squadra Mobile, amici e parenti, era una persona molto disponibile sempre pronta anche a dare passaggi a chi ne avesse avuto bisogno. Non era dunque una novità che accompagnasse le ragazzine. Da decenni Sacher frequentava la casa della nonna di una delle ragazza, conosciuta da quando era una bambina.
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