sabato 30 aprile 2016
​Interrogatorio di garanzia in carcere per Raimondo Caputo. Due inquiline del "palazzo degli orrori" indagate per falsa testimonianza: una di loro negò di aver raccolto un sandalo della piccola.
No all'orrore pedofilia di Maurizio Patriciello
L'arrestato nega: «Non ho ucciso Fortuna»
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​I segni di cedimento che aveva mostrato ieri, quando gli era stata notificata in carcere un'altra ordinanza di arresto, evidentemente erano stati male interpretati. Oggi Raimondo Caputo, 43 anni, ha respinto tutte le accuse, sia quella di aver ucciso Fortuna Loffredo, gettandola dalla terazza dell'ottavo piano il 24 giugno 2014 a Caivano, sia di aver commesso abusi sessuali nei confronti della piccola di 6 anni. Caputo è stato ascoltato nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip all'interno del carcere di Poggioreale a Napoli. Un interrogatorio breve, nel quale ha respinto gli addebiti mossi nei suoi confronti dai magistrati della Procura di Napoli Nord.Nel frattempo l'inchiesta prende percorsi paralleli: due inquiline del "palazzo degli orrori" del Parco Verde di Caivano, dove viveva Fortuna, sono indagate per l'ipotesi di reato di false dichiarazioni rese all'autorità giudiziaria. Fra le persone indagate - si apprende da fonti vicine all'inchiesta - vi è la donna che gli investigatori ritengono abbia raccolto la scarpa persa da Fortuna al momento della morte. La donna raccontò agli investigatori che il giorno della morte della bambina era rimasta seduta tutta la mattina fuori alla porta di casa perché faceva caldo e di non aver visto passare la bimba, né tantomeno Caputo. Qualche giorno dopo però la donna venne intercettata mentre parlava con il figlio. "L'ho buttata io la scarpa, non lo voglio dire a nessun 'u fatt ra scarpetellà, perché qua sono venute le guardie", diceva, riferendosi al sandalo di Fortuna, perso durante la caduta fatale dall'ottavo piano del palazzo e che - secondo la ricostruzione degli investigatori - lei aveva ritrovato e fatto sparire per non essere coinvolta nelle indagini.

L'orrore suscitato dall'indagine, che ha potuto avere un'esito solo grazie al coraggio di un'altra bambina abusata - mentre tanti adulti sapevano ma tacevano per paura e omertà - è arrivato fino al Quirinale.  Sergio Mattarella ha auspicato che vi sia un'inchiesta "rapida, ampia e severa". È quanto si apprende negli ambienti del Quirinale; anche se le parole del capo dello Stato non lo citano direttamente e parlano in generale di crimini di pedofilia, sembra evidente un riferimento al caso dell'omicidio della piccola Fortuna.Il legale della famiglia Lofreddo ha anche rivelato che "la tragedia di Fortuna ha salvato tanti altri bambini: infatti abbiamo scoperto altri 4 casi di minori abusati. Il nostro obiettivo è andare fino in fondo e arrivare a sentenza".

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