martedì 23 giugno 2020
L'elogio di Mattarella al senso del dovere del primo cittadino, che morì dopo un incendio in municipio. Il cardinale Bassetti: lezione d'amore. E sui respingimenti dei profughi: ferite del cuore
Il presidente Mattarella con il cardinale Gualtiero Bassetti

Il presidente Mattarella con il cardinale Gualtiero Bassetti - oto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

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«L'Italia vera è una sola: quella dell’altruismo e del dovere». Quella del sindaco di Rocca di Papa Emanuele Crestini, che «nell’incendio del suo municipio ha atteso che si mettessero in salvo tutti i dipendenti, uscendone per ultimo. Sacrificando così la propria vita». Parole del messaggio di fine anno di Sergio Mattarella che hanno emozionato tutti e inorgoglito la comunità di Rocca di Papa, splendido centro dei Castelli romani balzato agli onori della cronaca per la vicenda tragica del suo primo cittadino, rimasto a lungo a lottare fra la vita e la morte per aver troppo a lungo sostato al suo posto volendo mettere prima in salvo gli altri. Parole, da oggi, scolpite per sempre in una lapide commemorativa inaugurata alla presenza del presidente della Cei, il cardinale Gualiero Bassetti e dello stesso capo dello Stato, al centro di accoglienza gestito dalla cooperativa Auxilium, presso la comunità Mondo Migliore, sulla via dei Laghi, con splendida vista su Castelgandolfo e sul lago di Albano.


Il 10 giugno 2019 un incendio, provocato da una fuga di gas, investe il Municipio di Rocca di Papa (Roma). Il sindaco Emanuele Crestini percorre tutto il palazzo per mettere in salvo dipendenti e cittadini. Da ultimo, esce in una nuvola di fumo nero. Ma dieci giorni dopo muore in ospedale per le conseguenze delle ustioni e per aver troppo a lungo respirato i fumi dell’incendio.

Accadeva un anno fa. Questa cerimonia ricorda un gesto estremo in cui è racchiusa la testimonianza di una vita. «Un uomo delle istituzioni, un rappresentante del popolo, un laico, che nell’esercizio delle sue funzioni ha saputo mostrare all’Italia intera cosa significa servire il proprio Paese con senso di lealtà, di sacrificio totale e di amore verso l’altro», sottolinea Bassetti. Ricorda i dati dell’Alto commissariato dell’Onu che danno in aumento «come temevamo» le persone che nel mondo sono «costrette a lasciare la loro casa, e a volte anche il loro Paese, per salvare la vita». Circa 80 milioni di rifugiati, «un numero mai stato così alto dopo la seconda guerra mondiale». E rimarca: «Sento come ferite del cuore a cui porre rimedio le pratiche di respingimento di coloro che fuggono dalla Libia o che cercano di raggiungere l’Italia via terra attraverso la Slovenia».

Ricordando ancora, invece, il sindaco che «per ultimo ha lasciato il suo posto di lavoro solo dopo essersi preso cura di tutti, ci interroghiamo sul significato profondo della parola "fraternità". Cosa significa oggi essere fratelli e sorelle d’Italia?», si è chiesto, parafrasando l’inno nazionale. «Significa anche prendersi cura degli altri, dei più deboli, dei più fragili, dei più emarginati che non sono soltanto individui o scarti della società», ma, appunto, fratelli. Ed è «di fondamentale importanza non smarrirne il significato» in questa nuova fase che si apre: Non sia solo di riapertura ma anche rigenerativa dei nostri cuori - conclude Bassetti - , e trovino finalmente spazio politiche adeguate e pratiche di accoglienza e integrazione diffusa nel nostro Paese».

Proprio qui, al centro Mondo Migliore, Crestini ebbe modo di far capire – di fronte alle resistenze incontrate per l’insediamento di quest’opera di accoglienza dei migranti nel suo territorio - di che pasta era fatto e a quali valori intendeva ispirare il suo agire, «con equilibrio e semplicità rispose a tono alla politica più facinorosa, schierandosi dalla parte dell’umanità», ricorda nel suo toccante intervento la vicesindaca reggente Veronica Cimino, chiamata a gestire l’eredità di quella testimonianza. E cioè che il bene si serve «solo con il prendersi cura di coloro che sono più in difficoltà e restano indietro, come ci insegna quotidianamente papa Francesco», dice il fondatore della Cooperativa Auxilium, Angelo Chiorazzo. Una «testimonianza operosa, fino alla fine, del coraggio, del senso del dovere», per Gianni Letta, un esempio opposto a quella «contrapposizione che è il contrario dei valori che lei, presidente Mattarella, chiede a tutti».

Il capo dello Stato è commosso: «Il ringraziamento a Crestini è il ringraziamento della Repubblica», dice Mattarella. Abbraccia tutti idealmente. Commosso soprattutto dalle sue parole «ora incise sulla targa di memoria. Il suo esempio - dice solo - è un messaggio di grande significato, tanto più ricordato qui, in questo luogo di incontro, di apertura, di responsabilità reciproca».

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