mercoledì 18 novembre 2009
Il Tribunale supremo federale brasiliano ha votato con 5 voti favorevoli e 4 contrari. I giudici hanno stabilito che i reati per cui l'ex terrorista dei Pac è stato condannato non sono di natura politica e che quindi non sia legittima la concessione dello status di rifugiato politico che lo scorso gennaio il ministro della giustizia Tarso Genro assicurò a Battisti.
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L'ultima parola spetterà al presidente brasiliano. Sarà Luiz Inacio Lula da Silva a decidere sull’estradizione di Cesare Battisti. Lo ha deciso il Supremo Tribunal Federal, per 5 voti a 4. La decisione segue l’altro pronunciamento dell’organo con il quaIe la lunga diatriba sul terrorista dei Pac, condannato in contumacia all’ergastolo in Italia per pluriomicidio, sembra avviarsi a soluzione. Secondo i supremi giudici brasiliani i quattro omicidi dei quali è accusato il terrorista non sarebbero riconducibili a ragioni politiche, pertanto non sarebbe legittima la concessione dello status di rifugiato politico, garantita a Battisti dal ministro della giustizia brasiliano Tarso Genro. La settimana scorsa la votazione era finita quattro a quattro, senza il voto del presidente del tribunale Gilmar Mendes. Col rinvio a ieri si sapeva che sarebbe stato proprio il voto mancante a sciogliere il nodo. Lo stesso Mendes ha precisato di aver votato a favore dell’estradizione perché «nessuno può attribuire a questi crimini di sangue premeditati il medesimo carattere di un reato politico».Tecnicamente il voto dei giudici supremi non comporta automaticamente l’estradizione di Battisti in Italia. Dopo un breve intervallo, infatti, la corte è tornata a riunirsi per apporre l’ultima parola sul caso. Si è aperto infatti un dibattito interno per stabilire come debba essere formulata la sentenza definitiva. In sintesi, il Tribunale doveva stabilire a chi spettava l’ultima parola. Mendes ha poi precisato che il presidente Lula è vincolato al diritto internazionale e quindi ha l’obbligo di firmare il decreto del Tribunale supremo, rispettando il trattato sull’estradizione fra Italia e Brasile. Molto positive le reazioni politiche in Italia. Un applauso unanime di tutti i settori dell’Aula della Camera ha accolto la notizia, comunicata dal deputato Massimo Corsaro, del via libera del Tribunale federale supremo del Brasile all’estradizione. Olga D’Antona del Pd, vedova del giurista assassinato dalle Br ha detto che l’estradizione di Battisti «è stata una vittoria per l’Italia e per il suo sistema giudiziario». La deputata ha quindi richiamato l’Ue a una unità di intervento, stigmatizzando l’operato nella vicenda Battisti della Francia. Un passaggio, questo, particolarmente applaudito da Governo e maggioranza.Soddisfatto il ministro degli Esteri Franco Frattini per il quale «i familiari delle vittime di Battisti, hanno finalmente visto riconosciuto il loro fondato diritto ad avere giustizia». Per il ministro della Giustizia Angelino Alfano, «Battisti è un assassino e merita il carcere». Più realista Alberto Torregiani, gravemente ferito nella rapina alla gioielleria di famiglia nella quale i Pac uccisero il padre: «Prima di esultare aspetto di vedere la decisione scritta».«Soddisfatto» anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, anche perché si tratta di una decisione che «rinsalda gli storici vincoli di amicizia fra i due Paesi». Mentre Antonio Di Pietro ha parlato di «atto di giustizia doveroso verso il nostro Paese». Giudica la scelta un «positivo segnale di collaborazione fra Italia e Brasile» Marco Minniti del Pd, per il quale è stato un successo «del governo in sintonia con Parlamento e Paese». Ora, però, ha detto il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa «è necessario premere sul governo francese perché anche Marina Petrella sconti la sua pena in Italia».
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