giovedì 12 maggio 2016
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Pubblichiamo la testimonianza di due volontari italiani che hanno trascorso un periodo nella casa del Cottolengo di Palluruthy (Cochin), nello stato indiano del Kerala. Nei mesi scorsi siamo stati come volontari nella casa dei fratelli del Cottolengo di Palluruthy (Cochin), nella regione indiana del Kerala.I fratelli cottolenghini si prendono cura di una quarantina di ospiti di diverse età, appartenti a religioni e caste differenti, provenienti da varie regioni dell’India, ma tutti portatori di handicap fisici o mentali (il santo fondatore Giuseppe Benedetto Cottolengo li chiamava buoni figli).Molti hanno perso i contatti con i parenti o non possono appoggiarsi alla famiglia di origine: di alcuni non si conoscono nemmeno il nome e l’età, altri sono invece stati affidati ai fratelli cottolenghini dopo il decesso dei genitori.20151005_151933.jpg La casa di Palluruthy è dotata di un impianto per la produzione di energia elettrica a pannelli solari e di un sistema di pompe e cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. È inoltre presente una stalla con diversi bovini, allevati per produrre latte e anche biogas, usato per la cottura dei cibi. Questa'ultima è stata un’ottima intuizione dei fratelli. La realizzazione degli impianti per l’uso delle energie rinnovabili contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo di automantenere energeticamente la struttura stessa. I disabili abitano in un ambiente “aperto”: la struttura muraria come tutte le abitazioni in questa zona è priva di vetri; inoltre gli spazi interni sono un tutt’uno con l’ampio giardino dove vengono effettuate parte delle attività. Oltre alla cura dei bisogni primari, un’attenzione particolare viene data allo sviluppo e alla valorizzazione delle abilità individuali: orticoltura, allevamento di pollame, produzione di candele e manufatti in tessuto o carta. Adiacente alla struttura è presente anche una comunità di suore cottolenghine, che collabora con i fratelli nelle attività per gli ospiti.

20151010_145159.jpg Gli ospiti vivono in una grande famiglia, comprendente non solo i fratelli e le suore cottolenghine, ma anche parecchie famiglie e volontari: qui si condivide proprio tutto! Dopo le attività legate all’igiene personale dei disabili, la giornata inizia sempre con la Messa nella cappella della casa dei fratelli: alla celebrazione eucaristica prendono sempre parte molti fedeli, oltre agli ospiti e religiosi cottolenghini.Siamo rimasti piacevolmente stupiti delle continue visite da parte di persone esterne, sia per prestare servizio ai disabili, sia per pregare personalmente nella chiesetta dei fratelli o presso la statua della Vergine in giardino: le porte della comunità sono davvero aperte! Sovente la Provvidenza si è manifestata con l’arrivo di intere famiglie giunte a commemorare un loro defunto o a festeggiare un anniversario o compleanno insieme alla comunità; queste ricorrenze vengono celebrate con un momento di servizio agli ospiti e con una successiva offerta e condivisione del pasto con la comunità religiosa. Ci ha rallegrato la vicenda di un bambino contentissimo di aver potuto festeggiare il suo compleanno con gli ospiti e con la comunità. Difficilmente in Italia una festa di compleanno viene condivisa con i disabili in una struttura...Benché gli impegni dei religiosi cottolenghini siano molti e il lavoro sia inderogabile, abbiamo conosciuto una comunità che vive nella gioia, alimentata dalla preghiera comunitaria e dai momenti di adorazione eucaristica. Fanno parte della comunità religiosa: fratel Joseph, superiore della casa, fratel Shibu, fratel Binoy, fratel Antony e fratel George, che con i suoi 90 anni sostiene con l’orazione costante.Motivo del nostro viaggio a Palluruthy è stato anche l’invito a partecipare alla professione perpetua del nostro amico fratel Binoy Peter Kurisingal, un giovane infermiere che si è donato nel servizio di amore verso gli ultimi. L’esperienza di condivisione fraterna ci ha permesso di sperimentare il comandamento dell’amore verso il prossimo.

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