martedì 3 maggio 2016
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La deadline l’ha già fissata Matteo Renzi: sul ddl Boschi i cittadini italiani si pronunceranno a ottobre (probabilmente il 16, o il 23). L’iter è previsto dall’articolo 138 della Costituzione. Per la consultazione non è fissato un quorum e quindi la riforma Boschi verrà promulgata se otterrà la maggioranza dei voti validi. Il referendum può essere richiesto entro tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. E dato che il ddl Boschi è andato in Gazzetta il 15 aprile scorso, i termini scadono entro il 14 luglio. I gruppi parlamentari si sono mobilitati tempestivamente: il 19 aprile tutte le opposizioni (M5S, Si, Fi, Lega) e il 20 aprile la maggioranza hanno presentato alla Cassazione le firme richieste per il referendum. Altre firme le sta raccogliendo anche il 'Comitato per il no'. I cittadini saranno chiamati a esprimere un 'sì' o un 'no' all’intera riforma, ma intanto i radicali hanno proposto un voto per parti separate, cosa al momento non prevista dalla legge. A partire da metà luglio, dunque, la Cassazione è impegnata nei controlli di legittimità delle richieste di referendum e se tutto fila liscio, la pratica si esaurisce nei regolamentari 30 giorni e si chiude con una ordinanza della Cassazione. Quindi, entro 60 giorni, il Cdm emette una delibera e il presidente della Repubblica indice con decreto presidenziale il referendum. Devono infine passare non meno di 50 giorni e non più di 70 entro cui si deve tenere il referendum. Si arriva così tra la metà e la fine di ottobre.
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