lunedì 26 aprile 2010
La Procura vuole accertare se l'aborto del bimbo, morto a distanza di 24 ore, sia avvenuto nel rispetto della legge 194 oppure se vi siano state negligenze. E intanto un gruppo di deputati Pdl presenta un'interrogazione parlamentare al ministro della Salute Fazio.
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«Omicidio volontario». È l’ipotesi di reato formulata dalla procura di Rossano nei confronti di medici e infermieri che sabato scorso hanno abbandonato per 24 ore un bambino abortito, ma sano e vita, senza prestargli - come scrivere la legge - le cure del caso. Oggi, come annunciato dal sottosegretario Eugenia Roccella, un pool di ispettori del Ministero della Salute giungerà all’ospedale "Nicola Giannattasio" di Rossano per effettuare verifiche del caso. Si lavorerà, ovviamente, nel più assoluto riserbo, vagliando tutta la documentazione relativa all’intervento d’interruzione volontaria di gravidanza sul feto che era rimasto in vita. In particolare gli ispettori dovranno verificare il rispetto delle norme previste dalla legge 194 del 1978. La procura di Rossano, intanto, ha emesso una serie di avvisi di garanzia nei confronti del personale medico e sanitario che ha praticato l’aborto.Il provvedimento è stato disposto in vista dell’autopsia che sarà eseguita stamane all’ospedale civile di Cosenza, dove il feto era stato trasferito nel reparto di neonatologia. La procura deve accertare se si è trattato di negligenza. Proseguono intanto le indagini per accertare tutte le eventuali responsabilità. Sono coordinate e dirette dal procuratore capo Leonardo Leone de Castris e dal sostituto procuratore Paolo Remer, i quali ieri hanno già indicato il medico legale che dovrà eseguire l’esame autoptico sul corpicino che, secondo le prime verifiche, presenterebbe solo lievissime malformazioni. Il piccolo sarebbe stato affetto da "labbro leporino", un problema a cui ormai si rimedia con estrema facilità. Il medico legale sarà Francesco Introna, anatomopatologo dell’Università di Bari, tra i massimi esperti del settore, di recente noto alle cronache per aver eseguito le indagini sui resti di Elisa Claps, ritrovati nella chiesa dalla SS. Trinità di Potenza.«Quella di omicidio volontario – ha spiegato il procuratore Leonardo Leone De Castris – è un’ipotesi investigativa perché non si può escludere il dolo eventuale o l’indifferenza rispetto alle possibilità di sopravvivenza. Bisogna appurare se c’è stata consapevolezza del fatto che il feto fosse vivo e se sono state omesse attività di recupero». La brutta vicenda di Rossano ripropone l’annosa difficile situazione della sanità calabrese, che ha indotto il nuovo governatore Giuseppe Scopelliti, nella fase di costituzione della nuova giunta regionale, a manterere la delega, appunto, alla sanità.Proprio lunedì scorso, tra l’altro, alla guida dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza, di cui fa parte il presidio ospedaliero di Rossano, è stato chiamato un commissario straordinario, Franco Maria De Rose. Quest’ultimo ha  annunciato la costituzione di una commissione di esperti per indagare sul caso. «Si dovrà esaminare rigorosamente la procedura – ha spiegato - e le probabili responsabilità connesse, nella garanzia di ogni singolo diritto, nel rispetto della vita umana ed a tutela dei genitori che hanno dovuto sopportare un trauma così terribile». Infine, dopo la dura condanna dell’arcivescovo di Rossano, Marcianò, ieri pioggia di interventi e riflessioni su un argomento che ha fortemente scosso l’opinione pubblica.
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