lunedì 11 maggio 2020
Sempre in frenata i nuovi contagi (744). Sempre meno pressione sugli ospedali. 179 morti
Numeri e infografiche di oggi

Numeri e infografiche di oggi - Dipartimento della Protezione civile

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I ricoverati nelle terapie intensive vanno sotto i mille e l’ultima volta era stata il 10 marzo, due mesi fa: quel giorno erano 877, che salirono a 1.045 il giorno seguente e via via quasi quadruplicarono fino al 3 aprile (4.068). Sempre in frenata i nuovi contagi (744). Sempre meno pressione sugli ospedali.

Ripercorriamo quanto accaduto da febbraio ad adesso. Partiamo però dal 9 marzo, quando il governo chiuse tutto: ”Da oggi ci sarà l'Italia zona protetta - spiegò in diretta tivù il premier, Giuseppe Conte -. I numeri ci dicono di una crescita importante dei contagi, dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi. Sto per firmare un provvedimento che potrei definire #iorestoacasa”. Fino a quel giorno si erano contate 9.172 persone contagiate dal coronavirus e 463 morti. Due settimane dopo l’inizio del lockdown in tutto il Paese, il 23 marzo, i casi totali erano diventati 93.927 e i morti 6.077 e il picco della curva di contagio, senza che potessimo saperlo, era lontano.

Avremmo dovuto infatti attendere quasi un altro mese, il 20 aprile, perché il numero dei casi di quel momento (cioè senza morti e guariti) scendesse la prima volta rispetto al giorno precedente. Intanto, fino a quel 20 aprile, i morti erano 24.114 e 181.228 le persone che fino a quel punto avevano contratto il Covid-19. Proprio il 20 aprile toccammo anche il punto più alto d’una curva epidemica cominciata, poniamo, il 22 febbraio (quel giorno si ebbe notizia, a Codogno, dei primi 15 italiani positivi al coronavirus…).

Da lì però partì una discesa lenta, molto lenta, con qualche su e giù, ma comunque discesa. Però se in soli due mesi, fino al 20 aprile, i casi totali erano appunto stati 181.228 e i morti 24.114, tre settimane dopo, oggi (l’11 maggio), i casi totali sono arrivati a 219.814 e i morti a 30.739. Più che una frenata. Sebbene non sia finita, non ancora. Nient'affatto. Ma vediamo i numeri di oggi della Protezione civile.

Nuovi contagi. Sono 744 (lunedì 1.221, martedì 1.075, mercoledì 1.444, giovedì 1.401, venerdì 1.327, sabato 1.083 ieri 802), di questi, 364 (venerdì 698, sabato 502 e ieri 282) si registrano in Lombardia. I tamponi effettuati sono pochi, 40.470 (martedì 55.263, mercoledì 64.263, giovedì 70.359, venerdì 63.775 e ieri 69.171), con un rapporto di positività che va a 1,8%, leggermente in risalita rispetto all’1,6% di ieri, che era anche il più basso finora.

Totale dei casi. Sono 219.814 le persone che hanno contratto il Covid-19 (compresi guariti e deceduti) dall’inizio della pandemia.

Morti. Sono 179 (mercoledì 369, giovedì 274, venerdì 243, sabato 194 e ieri 165), dei quali 68 in Lombardia. Il totale arriva drammaticamente a 30.739 dall’inizio della pandemia.

Attuali positivi. Scendono a 82.488 (mercoledì 91.258, giovedì 89.624, venerdì 87.961, sabato 84.482 e ieri 83.324), 836 in meno rispetto a ieri (giovedì meno 1.904, venerdì meno 1.663, sabato meno 3.119 e ieri meno 1.518).

Ricoverati nelle terapie intensive. Sono 999 (martedì 1.427, mercoledì 1.333, giovedì 1.311, venerdì 1.168 , sabato 1.034 e ieri 1.027).

Ricoverati in reparti ospedalieri ordinari. Sono 13.539 persone (mercoledì 15.769, giovedì 15.174, venerdì 14.636, sabato 13.834 e ieri 13.618), 79 in meno rispetto a ieri.

In isolamento senza sintomi o con sintomi lievi. Sono 67.950 persone (giovedì 73.139, sabato 72.157 e ieri 68.679), cioè l’82% degli attuali positivi (stessa percentuale da tre giorni).

Guariti e dimessi. Sono 1.401 (mercoledì 8.104, giovedì 3.031, venerdì 2.747, sabato 4.008 e ieri 2.155), portando il numero complessivo dall’inizio della pandemia a 106.587.

Nel dettaglio regionale, i casi attualmente positivi sono 30.411 in Lombardia, 13.338 in Piemonte, 7.040 in Emilia-Romagna, 5.460 in Veneto, 4.294 nel Lazio, 4.073 in Toscana, 3.227 nelle Marche, 2.844 in Liguria, 2.544 in Puglia, 2.062 in Sicilia, 1.909 in Campania, 1.609 in Abruzzo, 830 in Friuli Venezia Giulia, 735 nella Provincia autonoma di Trento, 568 in Calabria, 511 in Sardegna, 447 nella Provincia autonoma di Bolzano, 229 in Molise, 142 in Basilicata, 108 in Umbria e 107 in Valle d’Aosta.

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