venerdì 18 settembre 2015
Sono considerati affiliati o contigui al clan Mariano, operante nella zona dei Quartieri Spagnoli. Indagati due medici compiacenti con il boss.
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Sono considerati affiliati o contigui al clan Mariano, operante nella zona dei Quartieri Spagnoli, i 45 indagati destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare (36 misure restrittive in carcere e 9 ai domiciliari) emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea ed eseguita questa mattina dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Napoli. Gli indagati, tra cui figurano anche 7 donne, sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, contraffazione e commercio di prodotti con segni falsi, spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivi di armi con l'aggravante di aver agevolato il clan Mariano. Tra gli arrestati ache  due imprenditori, di 43 e 42 anni, del settore della ristorazione (uno dei due è anche titolare di un'azienda di pompe funebri), considerati "estranei all'associazione", ha spiegato il procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Colangelo. Tra gli indagati, non destinatari di misura cautelare, anche medici "compiacenti" che, attraverso il rilascio di certificazioni mediche, avrebbero garantito al boss Marco Mariano il ricovero presso strutture ospedaliere pubbliche e private napoletane nel periodo in cui si trovava alla casa lavoro di Sulmona. In questo modo, scrive il procuratore aggiunto Filippo Beatrice, Mariano "incontrava senza alcun timore i suoi affiliati ai quali impartiva disposizioni o esponenti di altri gruppi camorristici con i quali stringeva alleanze e si occupava di traffici illeciti".
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