venerdì 7 settembre 2012
​Lo afferma il premier intervenendo alla Fiera del Levante di Bari. Per il prsidente del Consiglio «la crescita è l'obiettivo centrale del mio governo, ma questa non si realizza senza interventi radicali sulle infrastrutture che non sono stati fatti per decenni».
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​Gli inviti ad andare avanti anche oltre il 2013 sono "simpatici ma irricevibili". Il premier Mario Monti, oggi a Bari per l'apertura della Fiera del Levante, è pronto, invece, ad accogliere le critiche all'azione del governo, anzi a condividerle "se dimenticassi la sfida che ci siamo trovati ad affrontare". Una sfida a colpi di rigore "eccessivo ma necessario" ma che ha permesso di evitare che l'Italia avesse un tracollo e con essa l'Europa". E che ora fa sì che la ripresa, sia pur non ancora nei numeri, sia "alla nostra portata".Il presidente del consiglio, atteso domani al Workshop Ambrosetti a Cernobbio, si scusa davanti agli imprenditori meridionali per aver fatto anticipare di un giorno l'apertura della tradizionale Fiera del Levante. Ma al sud come al nord, l'obiettivo di Monti è spiegare che i "sacrifici" degli italiani per uscire dal tunnel della crisi non sono vani. E al tempo stesso spronare "a un cambio di mentalità" necessario per rilanciare la crescita che "è l'obiettivo centrale del governo". E che si realizza, soprattutto al sud, con "interventi radicali sulle infrastrutture che non sono stati fatti per decenni" e non "con i soldi pubblici pompati in un tubo" come è avvenuto a lungo per colpa di "un nefasto assistenzialismo". Non usa eufemismi il Professore per descrivere il baratro che il paese ha sfiorato. "L'Italia - sostiene il premier - ha schivato il precipizio ed è una forza viva e creduta, non so se credibile dell'Europa". E questo, ammette Monti, è avvenuto grazie al sostegno di 'Abc' e della politica, alla quale il presidente del consiglio è intenzionato a lasciare il testimone, come ribadisce anche oggi sebbene l'ad di Intesa Enrico Tommaso Cucchiani considera "fondamentale e probabile" un Monti bis. Ma se il tracollo è evitato, molto resta da fare per rilanciare lo sviluppo e la crescita. A partire dalla lottaall'evasione fiscale e alla corruzione. "Abbiamo intrapreso - spiega il premier - una guerra di civiltà contro l'evasione fiscale e altre cose che sarebbe riduttivo da considerare fenomeni economici e finanziari ma minano la fiducia verso il vicino, verso il lontano e verso lo Stato". Così come la stessa determinazione sarà usata per portare ad approvazione misure più dure contro la corruzione. "Alcuni provvedimenti sono necessari e saranno conclusi", assicura Monti provocando l'immediato altolà del Pdl. In realtà, pur riconoscendo ilruolo dei partiti della maggioranza, il premier rivendica le sue scelte, dalle nomine Rai alle nuove regole per le nomine dei primari, per "fare di tutto per arrivare ad una più composta influenza della politica". Insomma, un cambio di mentalità che deve riguardare tutti, compresi i sindacati: "Martedì prossimo incontreremo le organizzazioni sindacali ma lo facciamo nello spirito, che confido tutti al tavolo condivideranno, di non favorire accordi rendendoli facili con la lubrificazione di denaro pubblico che non c'è più". Solo così si può aiutare a riavviare il paese, dopo politiche "anguste" di rigore: "La ripresa non la si vede con i numeri ma se riflettiamo è dentro di noi, è alla portata del nostro paese, l'Italia è già ripartita".Intervistato in serata a Tv7 della Rai sull'ipotesi di un "Monti-bis" il premier ha sottolineato che "ci sono ancora alcuni mesi impegnativi per questo governo. Sinceramente non mi pongo e credo che nessuno altro si ponga seriamente questa".

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