venerdì 15 giugno 2012
​Piena concordanze di vedute e strategie da mettere in campo fra il nostro premier, il Quirinale e il titolare dell’Eliseo. Che parla di «momento cruciale» al termine di due ore di vertice con Monti. Il quale annuncia un comune impegno per arrivare all’«emissione di titoli comuni, strumenti per favorire la fiducia verso i paesi più esposti».
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​Fortissima convergenza di vedute». Mario Monti fotografa così le relazioni con Parigi dopo la visita di ieri a Roma del presidente francese Francois Hollande. L’appuntamento rafforza l’asse delineatosi nelle scorse settimane con la comune intenzione di proteggere l’euro e segnare una discontinuità negli strumenti per affrontare la crisi e proteggere i Paesi dell’eurozona più esposti. Nella consapevolezza sottolineata da Monti che gli «importanti progressi fatti non sono sufficienti a tenere la moneta unica al riparo delle turbolenze dei mercati». E che è quindi necessario «agire per un rafforzamento dei punti deboli del sistema».Hollande ha avuto un lungo colloquio con il premier a Palazzo Chigi, poi la visita al Quirinale da Giorgio Napolitano. Appuntamenti che hanno confermato una «grande convergenza politica», come ha sottolineato il capo del’Eliseo. Francia e Italia sono d’accordo, ha osservato poi Napolitano, sulla «necessità di far scaturire dal Consiglio europeo (di fine giugno, ndr) la più ferma e concreta determinazione di consolidare l’irrinunciabile conquista dell’euro». In un «momento cruciale» della sua storia, è «decisivo che l’Europa – ha aggiunto – possa contare sulla comunanza di vedute tra Italia e Francia» per far «vincere l’Europa delle culture contro quella dei nazionalismi, di nuovo in agguato in questo tempo di crisi».Monti e Hollande ne hanno discusso per quasi due ore. Non era il primo incontro tra i due. Ma era il primo vertice bilaterale dopo le presidenziali transalpine. I due capi di governo hanno fissato alcuni capitoli dell’agenda che attende l’Europa. Rilanciando una serie di parole d’ordine comuni: un no chiaro all’uscita della Grecia dall’Eurozona, la necessità di rafforzare la crescita anche per rafforzare i conti pubblici, l’individuazione di strumenti di stabilizzazione dei mercato del debito come gli eurobond. «Abbiamo discusso del debito sovrano – ha spiegato a questo proposito il capo del governo italiano e degli strumenti per stabilire la fiducia sui Paesi più esposti» e di una «emissione di titoli comuni».L’iniezione di liquidità verso il sistema bancario spagnoli deciso nello scorso week end è stata un passaggio positivo, hanno notato i due presidenti, ma la nuova ondata di speculazione che si è scatenata sui mercati, e che ha preso di mira soprattutto l’Italia, è la plastica dimostrazione che l’emergenza non è finita e che occorrono misure più coraggiose per affrontarla. Se ne parlerà al G20 di questo fine settimana a Los Cabos in Messico e poi nel vertice quadrangolare del 22 giugno, sempre a Roma: con Monti e Hollande ci saranno il premier spagnolo Mariano Rajoy e la cancelliera tedesca Angela Merkel, la grande "nemica" degli eurobond. Tanto Hollande che Monti hanno insistito sulla necessità di una maggiore attenzione al tema della crescita economica. Italia e Francia, ha rilevato Monti, hanno «appreso dai decenni passati che non è un buon affare trascurare la disciplina di bilancio, ma la disciplina dei conti pubblici non basta per la crescita, per lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro». Una linea di intervento che si traduce nella richiesta di aumentare gli investimenti produttivi con strumenti rapidi, ha sottolineato il presidente francese e una maggiore flessibilità nella classificazione della spesa pubblica dei singoli Stati. È la sfida dei project bond e della proposta di non conteggiare nel deficit le spese sostenute per le grandi infrastrutture.
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