lunedì 23 aprile 2018
Donato Toma è il nuovo presidente della Regione (43,46%). Antonio Greco (M5s) ha ottenuto il 38,5%
Il leader della Lega Matteo Salvini con il neo presidente della Regione Molise Donato Toma

Il leader della Lega Matteo Salvini con il neo presidente della Regione Molise Donato Toma

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Una vittoria che consolida e fa gioire il centrodestra, che mette sulla difensiva il Movimento Cinque Stelle e che fa continuare il mea culpa al Pd. Chi riteneva che le elezioni regionali in Molise fossero un banco di prova e un nuovo test per formare il governo è stato accontentato. Il candidato del centrodestra, Donato Toma, è il nuovo presidente dell'Ohio italiano. Ha ottenuto un 43,46% staccando il candidato del Movimento 5 Stelle, Andrea Greco, fermo al 38,5%. Molto più staccato il candidato del centrosinistra, Carlo Veneziale, che si è fermato al 17,1% mentre ad Agostino Di Giacomo (Casapound Italia) è andato lo 0,42%. Molto bassa l'affluenza alle urne: 52,2%, contro il 71,6% delle politiche di marzo.

All'interno del centrodestra, Forza Italia con il 9,4% resta, seppur di poco primo partito (ma in netto calo dal 16,1% delle recenti politiche) con la Lega poco sotto il risultato del voto del 4 marzo all'8,3% (da 8,7%). In calo i consensi per il Movimento 5 Stelle che alle politiche aveva avuto il 44,8% dei voti, mentre come voti di lista raccoglie meno del candidato presidente (31,5%). Nel centrosinistra ancora in calo il Pd che con l'8,7% perde quasi metà dei consensi rispetto al 15,2% delle politiche. L'esito delle urne ha chiaramente la firma di Silvio Berlusconi e non è un caso che Forza Italia e Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia rivendicano la vittoria certi che il prossimo governo spetti a loro.

Da Roma, subito Forza Italia tenta di trasferire il significato del test molisano: «Chi rispetta il mandato popolare e resta unito, vince - dice Deborah Bergamini -. Chi tenta di dividere le coalizioni viene penalizzato». Messaggio per due destinatari, 5Stelle e Lega, e per la loro progettata alleanza di governo nazionale. Silvio Berlusconi parla di «un segnale nazionale importante» non lasciandosi scappare l'occasione di un attacco, seppur moderato, al Movimento 5Stelle: «Dal Molise però esce anche battuto e fortemente ridimensionato il dilettantismo dei Cinque Stelle, rispetto al voto di protesta espresso dagli elettori alle politiche. I grillini si confermano del tutto non credibili per una funzione di governo». Più esplicita Giorgia Meloni, secondo la quale la «vittoria» in Molise «è una chiara indicazione per il presidente Mattarella».

Il Molise ha realizzato tutto ciò che non era atteso: non ha premiato il Movimento che però, per bocca del suo leader, Luigi Di Maio, si definisce «prima forza politica» e, almeno per ora, non è stato il pretesto per una rottura all'interno del centrodestra. Matteo Salvini si addossa la vittoria e chiede al presidente Mattarella di «fare veloce» perché lui è in grado di formare un governo «in sette giorni».

L'unico dato certo e inconfutabile è il buio pesto che le urne hanno restituito al Partito democratico. «È un bruttissimo risultato - chiosa Ettore Rosato - ma ce lo aspettavamo». In queste ore dove ogni cosa è appesa, anche per i dem potrebbe però aprirsi un'opportunità: aprire quel forno sul quale Di Maio ha già bussato più volte.

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