sabato 3 aprile 2010
Nota della Curia di Milano dopo un articolo riguardante un presunto caso su bambina di 7 anni. Diocesi e Salesiani: mai ostacolato le indagini. Il sacerdote, che era in Brasile, è rientrato per dimostrare la propria estraneità alle accuse lanciate dal papà della piccola che aveva anche chiesto soldi per non presentare la denuncia.
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«Siamo convinti che non sia vero». Lo dicono l’Arcidiocesi di Milano e i salesiani che aggiungono: «Nessuno insabbia i processi ai pedofili», come sostiene in questi giorni il «Giornale». Anzi. Don Marco, il salesiano accusato di molestie a una bambina, come racconta un articolo pubblicato ieri, è tornato spontaneamente nel 2008 dal Brasile per dimostrare al magistrato la propria innocenza. Ma nessuno lo ha detto.Da due giorni il quotidiano di via Negri ha sferrato un attacco alla diocesi ambrosiana gettandole addosso montagne di fango. Prima con l’intervista del giovedì santo al procuratore aggiunto Pietro Forno, intitolata in prima pagina "Preti pedofili, allarme a Milano" corredata dall’accusa ai vescovi, «complici di chi abusa i bambini». Ieri il seguito, con l’intervista a G., padre di una bambina che avrebbe subito abusi dal prete salesiano in una parrocchia di Arese. Titolo: "La Curia coprì gli abusi su mia figlia". Sulla vicenda è in corso un processo. Tutti sono convinti dell’innocenza di don Marco, a cominciare dalla sua vecchia parrocchia. E l’ispettore dei Salesiani di Milano, don Agostino Sosio, ricorda di aver rigettato una richiesta di denaro del padre per non sporgere denuncia. A quel punto la Congregazione è andata fino in fondo per difendere in tribunale il sacerdote. «Siamo convinti dell’innocenza di don Marco ed è stata talmente trasparente - ha aggiunto don Sosio – e collaborativa la nostra azione che il prete, saputo delle indagini, è di sua iniziativa rientrato dal Brasile per mettersi a disposizione degli inquirenti».Storia totalmente diversa rispetto a quella raccontata ieri dal «Giornale» nell’intervista a G., papà single di due bambini. Il quale ha denunciato don Marco, per molestie avvenute nel 2008 alla figlia di sette anni. Secondo il racconto della piccola, il fatto sarebbe avvenuto in una stanza dove il prete le avrebbe dato una caramella e poi l’avrebbe palpeggiata. Il religioso, 77 anni, nega. Altri dettagli omessi dall’articolo: la stanza aveva una vetrina sul sagrato ed era aperta, il genitore si trovava all’esterno. E non era solo, visto che era sabato grasso. In più ha accusato la parrocchia di aver fatto terra bruciata attorno a sé e ai figli. Basta qualche telefonata per sentire altre campane. In parrocchia ad Arese il signor G., ieri in onda in una tv milanese, è noto perché la Caritas lo ha aiutato a sbarcare il lunario con pacchi viveri e denaro perché vive di espedienti. E l’aiuto è continuato anche dopo la denuncia, soprattutto ai due piccoli. Ai quali nessuno ha negato i sacramenti, semmai è il papà a non averli chiesti. E non v’è traccia delle mamme della comunità che avrebbero parlato al parroco dei problemi con don Marco. Ha qualcosa da aggiungere l’avvocato dell’accusato, Mario Zanchetti. «Ci rifiutiamo di celebrare processi sui giornali. Mi pare strano il comportamento del papà a ridosso della sentenza. Don Marco per dimostrare la propria innocenza, si sta sottoponendo a un calvario».L’Arcidiocesi di Milano ha replicato con una nota di non aver «in nessuno modo coperto i presunti abusi o ostacolato le indagini». Non è di competenza curiale la denuncia di un religioso senza incarichi diocesani e in Piazza Fontana fanno sapere di essere stati contattati dalla Procura il 23 settembre 2008 e di aver indirizzato i magistrati alla Congregazione. Intanto Forno ha fatto retromarcia: «Non ho inteso fare generalizzazioni – ha dettato alle agenzie – e anzi ho dato atto che migliaia di preti compiono con scrupolo la loro missione. Ho constatato che le vicende che ho trattato, (una decina, ndr) non sono nate da denunce da parte dell’autorità ecclesiastica. Ribadisco, tuttavia, che, una volta iniziate le indagini, non ho mai incontrato ostacoli di alcun tipo da parte delle gerarchie». E l’accusa di complicità con i pedofili, allora? Non esiste, come l’accusa di omertà ai salesiani. E nessuno ha insabbiato le indagini a Milano. Ma intanto altro fango è entrato nel ventilatore.
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