mercoledì 10 agosto 2016
A poche ore dalla partenza da Malta della missione congiunta di «Search and Rescue» della Croce Rossa Italiana, assieme con il Moas (Migrant Aid Station Offshore), l'equipaggio della nave Responder ha già tratto in salvo 327 profughi in mare.
Croce Rossa e Moas: insieme nei soccorsi in mare
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A poche ore dalla partenza da Malta della missione di «Search and Rescue» della Croce Rossa Italiana, insieme con Moas (Migrant Aid Station Offshore), l'equipaggio della nave Responder ha già tratto in salvo 327 persone migranti che viaggiavano a bordo di 4 diversi gommoni in difficoltà nel Mar Mediterraneo. Tra loro ci sono 19 minori e 104 donne in discrete condizioni fisiche. A bordo della nave Responder opera l'équipe della Croce Rossa Italiana con un medico, due infermiere e un coordinatore delle operazioni. Un'altra squadra della Cri è al momento impegnata sulla Phoenix del Moas, salpata sempre da Malta.
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La missione, portata avanti in collaborazione con la Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, è stata potenziata, rispetto ai primi accordi di giugno, per salvare più vite umane possibili sulla rotta migratoria più pericolosa del mondo. «Abbiamo portato il nostro emblema anche in mare - ha spiegato il presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca - affinché le persone si sentano protette durante tutto il viaggio intrapreso per cercare un posto sicuro. Glielo offriamo a bordo, sul molo e nei centri di accoglienza che gestiamo in tutta Italia. Il nostro unico imperativo è l'essere umano, ma sappiamo benissimo che questa operazione nel Mediterraneo non è la soluzione. Continuiamo dunque a esortare i leader mondiali a creare canali sicuri e legali per dare sicurezza e dignità a chi fugge».

Stando ai dati dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) sono 3.176 le persone morte dall'inizio dell'anno nel Mediterraneo. Italia e Grecia si confermano le destinazioni principali, come snodo per il Nord Europa. Degli oltre 263mila profughi sbarcati in questi primi sette mesi, 100mila sono approdati nel nostro Paese (24mila soltanto a luglio, soprattutto nigeriani ed eritrei) e 160mila in Grecia, in gran parte siriani, afghani ed iracheni.
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