venerdì 24 maggio 2013
​La decisione motivata dalla necessità di effettuare attività investigative non ripetibili. Sotto esame l'iPhone della ragazza, che cinque mesi fa si lanciò dal balcone di casa dopo essere rientrata da una festa. Secondo i parenti era assillata da "bulli".
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Otto minorenni, tra i 15 e i 17 anni, sono stati indagati nell'ambito dell'inchiesta sul suicidio della quattordicenne che lo scorso gennaio si tolse la vita lanciandosi dal balcone di casa. Sono accusati, a vario titolo, di istigazione al suicidio e detenzione di materiale pedopornografico.La svolta nell'inchiesta della Procura dei Minori di Torino, condotta dal pm Valentina Sellaroli, a quasi cinque mesi dal suicidio, che scatenò la rabbia di amici e parenti. Secondo loro la ragazzina era stata vittima sui social network di non meglio precisati "bulli". Poche ore prima di togliersi la vita, la giovane aveva partecipato a una festa e poi era tornata a casa, a Sant'Agabio (Novara), accompagnata dal padre. Nessuno tra gli amici,ascoltati dagli investigatori, notò qualcosa di strano. Qualche ora dopo, però, il terribile volo dal balcone al terzo piano. Formalmente, la decisione di indagare i minori sarebbe stata presa per effettuare una serie di attività investigative non ripetibili. È stato infatti affidato al Politecnico di Torino l'esame dell'iPhone della ragazza, per analizzarne il contenuto.
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