martedì 27 ottobre 2009
Ribadita la sentenza di quattro anni e sei mesi a carico dell'avvocato inglese per corruzione.
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David Mills è a un passo dalla condanna definitiva per corruzione in atti giudiziari e la sentenza con cui i giudici d'appello gli hanno confermato la pena a 4 anni e mezzo di carcere si allunga minacciosa anche su Silvio Berlusconi. Dopo quattro ore di camera di consiglio, i giudici (Flavio La Pertosa, presidente, Marco Maiga e Rosario Spina) della seconda sezione della Corte d'Appello escono con la fotocopia 'tout court' del primo verdetto espresso i 17 febbraio scorso. Mills è colpevole di aver mentito in cambio di 600mila dollari nelle vesti di testimone in due processi (All Iberian e tangenti alla Guardia di Finanza) che vedevano il premier imputato negli anni '90. Uguale rispetto al primo grado, anche il risarcimento di 250mila euro stabilito a favore della parte civile Presidenza del Consiglio che, in questo caso, rappresentava la giustizia dello Stato 'offesà dalle false testimonianze. Termina così un processo - sprint cominciato appena il 9 ottobre, durante il quale la difesa dell'avvocato di Sua Maestà ha tentato soprattutto di convincere la corte che la colpa di Mills - se colpa doveva essere - era prescritta. Ma il collegio d'appello ha accolto l'impostazione dell'accusa che colloca l'ultimo giro delle lancette dell'orologio giudiziario nell'aprile del 2010, perchè solo nel 2000 Mills ebbe la disponibilità dei 600mila dollari ritenuti il prezzo della corruzione. A nulla sono valsi gli strenui tentativi degli avvocati Alessio Lanzi e Federico Cecconi di individuare nel 1997 e 1998 il momento in cui sarebbe stato consumato il reato. "Tre lettere scritte e firmate da Mills nel 2000 - ha argomentato oggi nell'ultima replica il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Viale - dimostrano che in quell'anno avvenne il trasferimento di denaro dalla disponibilità di Mills a quella di Berlusconi".
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