sabato 30 aprile 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
MILANO Una donna, originaria della Valtellina, è morta giovedì alla clinica Mangiagalli di Milano, dove era ricoverata da tre giorni per una serie di complicazioni sorte durante la gravidanza. La donna, Claudia Bordoni, di 36 anni, si era sottoposta a un trattamento di procreazione medicalmente assistita all’ospedale San Raffaele di Milano e doveva partorire due gemelli. Poiché si era verificata un’emorragia, i medici hanno cercato di praticare un cesareo d’urgenza, che purtroppo non è riuscito. La donna è morta e i due bambini, alla ventiquattresima settimana di gestazione, e che pesavano 300 grammi ciascuno, non sono sopravvissuti. Da quanto è stato ricostruito, la donna, che aveva già avuto una minaccia di aborto, si era recata il 25 aprile al San Raffaele per le avvisaglie di un parto spontaneo e dopo le visite sembra sia stata dimessa. Il giorno successivo si sarebbe recata da sola alla Mangiagalli del Policlinico di Milano, che è dotata di strutture specializzate e dove esiste anche un reparto di terapia intensiva neonatale, e qui è stata ricoverata. L’ospedale milanese si è messo a disposizione della Procura che ha aperto un’inchiesta dopo l’esposto dei familiari della donna, e parla di «tragica fatalità». I responsabili della struttura sono «vicini alla famiglia e anche i medici il cui operato è sempre stato corretto». Il Policlinico aveva subito avviato un’inchiesta interna, prevedendo l’autopsia che è stata rinviata dopo l’intervento della magistratura, e che sarà effettuata nei prossimi giorni.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: