giovedì 22 settembre 2011
Come previsto, la richiesta dei magistrati a carico dell'ex braccio destro di Tremonti è stata respinta dall'Aula con 312 voti contro 305. Berlusconi soddisfatto: «Andiamo avanti, lavoriamo per il meglio». Bossi: «Ci siamo confermati alleati leali».
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Alla fine il no all'arresto di Marco Milanese passa per sei voti. Uno in meno rispetto a quello della proclamazione ufficiale (colpa del sistema elettronico che non registra il voto di Enrico Letta) e che già non aveva entusiasmato Silvio Berlusconi, come dimostrano le telecamereche ne fissano il "labiale" mentre guarda il tabellone in Aula. Ce l'ho fatta per poco, confiderà lo stesso Milanese al termine della prova in Aula.Uno scoglio in meno per la maggioranza anche se quel 312 a 306 porta con sè uno strascico di polemiche proprio dentro il Pdl, dove torna a galla l'insofferenza per Tremonti, del quale il deputato è stato stretto collaboratore. Alle prese con il vertice Fmi a Washington, il ministro dell'Economia non partecipa nè al Consiglio dei ministri per la nota di variazione al Def nè al voto alla Camera sul caso Milanese e non manca chi nel suo partito ne critica l'assenza, come il sottosegretario alla Difesa Crosetto, non nuovo a polemiche con il titolare dell'Economia. Del resto, lo stesso Silvio Berlusconi risponde ai giornalisti in proposito glissando. Resta agli atti la soddisfazione del presidente del Consiglio che si dice soddisfatto del verdetto dell'Aula e conferma che "il governo va avanti eccome, stiamo lavorando al meglio". Resta sul registro dello scherzo il tormentone dimissioni, già ieri oggetto di una battuta di Berlusconi:oggi domanda a una giornalista se si sia dimessa per garantire a sua volta un "io no" alla risposta negativa della cronista. Umberto Bossi garantisce che tra i 7 franchi tiraratori non c'è alcun deputato del Carroccio, rivendica anzi alla Lega un comportamento da "alleato leale" e rimanda a una verifica "giorno per giorno" se questa sarà la linea da qui alla scadenza naturale della legislatura, cioè il 2013. Niente patti con Berlusconi, fa sapere oggi, su voto anticipato. Pier Luigi Bersani non commenta a caldo e torna invece a esprimere la sua preoccupazione per la crisi economica. "Sono preoccupato per i giovani, per il lavoro, per le condizioni reali del Paese", dice il segretario Pd dopo avere firmato dueproposte di legge di iniziativa popolare sugli immigrati. "Sotto a tutto c'è un grave deterioramento delle condizioni sociali e di lavoro di questo Paese, e lo dico da italiano e non da capo dell'opposizione", sottolinea.
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