lunedì 27 gennaio 2020
Il georgiano 38enne era stato trovato privo di senso nel Centro di permanenza per il rimpatrio: aveva avuto una colluttazione con gli agenti. Il medico del Garante dei detenuti: non ci sono lesioni
Il Cpr di Gradisca d'Isonzo

Il Cpr di Gradisca d'Isonzo - Archivio Ansa

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Il cittadino georgiano detenuto al Cpr di Gradisca d'Isonzo non sarebbe morto a causa di percosse ricevute. Lo ha detto nel corso di un'intervista al Tgr 3 del Fvg Lorenzo Cociani, medico legale del Garante dei detenuti che ha svolto l'autopsia all'ospedale di Gorizia. Il medico avrebbe escluso la morte per origine traumatica del 37/ennei Vakhtang Enukidze, migrante trovato privo di sensi su letto della sua camerata il 18 gennaio al Cpr di Gradisca (Gorizia).

Lorenzo Cociani parla di una morte non dovuta a violenze fisiche: "Si può - ha precisato - tendenzialmente escludere che ci siano state lesioni traumatiche importanti tali da poter essere messe in concausa con il decesso". "C'erano - ha aggiunto Cociani -alcune lesioni superficiali, forse anche pregresse ma niente di così rilevante".

"L'analisi macroscopica che è quella che si può fare nel corso dell'autopsia - ha spiegato ancora - non sembra far emergere dati così evidenti che ci possano far pensare a una patologia che possa aver determinato un ruolo". "Per avere un quadro completo degli esami occorrerà attendere l'esito degli esami tossicologici e istologici, ma intanto, macroscopicamente possiamo dire che non ci sono lesioni traumatiche importanti", ha concluso Cociani.

Vakhtang Enukidze, cittadino georgiano di 37 anni, si era sentito male sabato mattina 18 gennaio nella sua stanza del Cpr. Il giovane era stato coinvolto in un pestaggio tra migranti avvenuto all’interno della struttura il 14 gennaio scorso. Nella rissa, sedata poi dalle forze dell’ordine intervenute con caschi, scudi e manganelli per riportare l’ordine, il ventenne aveva riportato lesioni che avevano richiesto il suo trasferimento in ospedale. Successivamente il giovane era stato dimesso, arrestato e processato per direttissima con l’accusa di lesioni, infine portato in carcere. Tornato al Cpr, le sue condizioni si sono aggravate tanto da richiedere un nuovo il ricovero. Ma una volta in ospedale, sempre a Gorizia, è deceduto.

L'assessore regionale friulano all'immigrazione, Pierpaolo Roberti ha commentato con sollievo le dichiarazioni del medico: "Alla luce degli esiti degli esami autoptici sulla vittima, credo siano doverose le scuse di chi negli ultimi giorni ha insinuato l'ipotesi di un pestaggio o che ci si trovasse di fronte ad un nuovo 'caso Cucchi', arrivando addirittura ad avanzare accuse di insabbiamenti".

Il procuratore di Gorizia, Massimo Lia, ha scelto una linea più prudente: "Non escludiamo al cento per cento cause di tipo violento": c'è una prima indicazione che arriva dall'autopsia, ma occorre "prudenza" ed è presto per dare "un'indicazione precisa e univoca".

L'avvocato Riccardo Cattarini, che rappresenta il Garante nazionale per i detenuti, ha aggiunto che "la morte è stata imputata a un edema polmonare, si tratta di capire cosa l'abbia provocato". "Come ha riferito il nostro consulente, non ci sono segni evidenti di percosse sulle spoglie mortali del povero migrante georgiano", ha specificato il legale.

"A questo punto non ci siamo opposti alla concessione del nullaosta per la sepoltura - ha proseguito Cattarini - per dare a questa famiglia la possibilità di seppellire il proprio caro: la Procura ha già agito in tal senso. Non abbiamo ritenuto di sollecitare ulteriori approfondimenti oltre a quelli che il medico legale ha già eseguito" e i cui risultati si potranno conoscere tra "alcune settimane".

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