giovedì 3 aprile 2014
​Rapporto Pendolaria 2013: nel nostro paese solo 202 chilometri di treni sotterranei e 628 di linee suburbane. 
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Metropolitana no grazie. Tra i tanti primati negativi dell'Italia quello sul traporto pubblico è uno dei più "sentiti" dalla popolazione. Chi di noi recandosi all'estero non ha fatto un confronto tra la situazione delle nostre città e quella delle principali metropoli europee? Metropolitane con il contagocce, linee annunciate da decenni ma rimaste solo virtuali, orari notturni risicati e superaffollamento. Tutti fattori che contribuiscono alla maglia nera che il rapporto Pendolaria 2013 sulla situazione del trasporto pendolare diffuso oggi da Legamebiente assegna al nostro paese. Rispetto a cinque principali paesi del Vecchio Continente, l'Italia con appena 202,8 km, si trova all'ultimo posto per la dotazione di linee metropolitane. Il ritardo infrastrutturale che l'Italia ha rispetto all'Europa - precisa una nota diffusa dall'Osservatorio Autopromotec - non riguarda solo le linee metropolitane, ma anche le linee ferroviarie suburbane, la rete ferroviaria ad alta velocità e, in misura minore, la rete autostradale. La situazione è particolarmente grave soprattutto per le linee ferroviarie suburbane, dove, con appena 626,8 km, l'Italia si trova ancora una volta all'ultimo posto nella classifica dei cinque principali paesi europei. Migliore è la situazione per la rete ferroviaria ad alta velocità soprattutto grazie all'apertura, avvenuta nel 2010, della linea che collega Bologna con Milano e Torino, anche se, comunque, l'estensione della rete italiana (997 km) è di molto inferiore a quella della Germania (2.207 km), della Spagna (3.103 km) e della Francia (2.036 km). Forte è anche il ritardo nel comparto autostradale anche se il distacco dagli altri paesi è inferiore perché nelle autostrade si sono concentrati gli investimenti maggiori. "In questa situazione di forte ritardo infrastrutturale - sottolinea l'Osservatorio Autopromotec - risulta evidente che l'utilizzo di un mezzo di trasporto privato è ancora indispensabile per un buon numero di pendolari. A questo si aggiunge un forte calo dei servizi offerti (meno corse e meno treni) diffuso sul tutto il territorio nazionale ed un aumento a doppia cifra delle tariffe".
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