venerdì 15 aprile 2016
«Una vita orribilmente spezzata, fare memoria è un atto di pace». I genitori invitati all'Europarlamento. Il Nyt attacca il governo egiziano: migliaia di persone uccise come Regeni, l'Italia fa bene a chiedere anche agli altri paesi di fare pressione.
Mattarella: non dimenticheremo Regeni
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​"Non vogliamo e non possiamo dimenticare la passione" di Giulio Regeni "e la sua vita orribilmente spezzata. Fare memoria è un atto di pace che, sono convinto, aiuterà queste giornate di Assisi a produrre buoni frutti". Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al direttore del Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, Flavio Lotti, in occasione del Meeting nazionale delle scuole per la pace, la fraternità e il dialogo in corso ad Assisi oggi e domani.  Intanto la presidenza della Commissione Diritti umani del Parlamento europeo, su proposta degli europarlamentari del Pd, Patrizia Toia e Antonio Panzeri, ha deciso di invitare i familiari di Giulio Regeni all'Europarlamento. La procura di Roma intanto torna a bussare alla porta dei magistrati egiziani con una nuova rogatoria internazionale per chiedere ancora una volta elementi considerati chiave per trovare i colpevoli della morte di Regeni: tabulati telefonici, dati delle celle telefoniche e testimonianze. Dopo il discorso di mercoledì del presidente Abdel Fattah Al Sisi - che ha scagionato i servizi segreti egiziani e invitato gli inquirenti italiani a tornare in Egitto - il pm Sergio Colaiocco ha inoltrato l'atto per via diplomatica. È la mossa dell'ufficio del procuratore Giuseppe Pignatone dopo il fallimento dell'incontro tra investigatori italiani ed egiziani l'8 e 9 aprile scorsi a Roma. La rogatoria internazionale é stata inviata al ministero della Giustizia italiano, che attraverso il ministero degli Esteri la farà arrivare al Cairo, al procuratore generale d'Egitto Ahmed Nabil Sadeq. Dopo la delusione seguita alla riunione italo-egiziana la procura fece sapere che non avrebbe lasciato "nulla di intentato per fare luce sull'omicidio di Giulio Regeni". Riguardo alle testimonianze richieste si tratta di persone sentite dalla polizia egiziana sulla scomparsa del 28/enne ricercatore universitario, il 25 gennaio al Cairo, e sul ritrovamento del suo cadavere il 3 febbraio sulla strada per Alessandria. Tra le dichiarazioni che la procura vorrebbe acquisire quelle dei parenti dei cinque componenti della presunta banda criminale uccisi in un conflitto a fuoco con le forze di sicurezza egiziane. Gruppo che sarebbe responsabile del sequestro e dell'omicidio, secondo la versione delle autorità egiziane. Una storia che non ha certo convinto gli investigatori italiani per le troppe incongruenze.Palazzo Chigi, la settimana scorsa, ha richiamato l'ambasciatore Maurizio Massari per consultazioni e valuta ora nuove mosse diplomatiche. "Il peso della repressione di Sisi è caduto sugli egiziani, migliaia dei quali sono stati arrestati, e molti torturati e uccisi. Tra le vittime c'è Giulio Regeni". Lo scrive il New York Times in un editoriale. "La drammatica vicenda "Regeni ha costretto almeno un Paese, l'Italia, a riconsiderare i propri rapporti con l'Egitto. È tempo che anche le altre democrazie occidentali facciano lo stesso" scrive ancora il New York. "L'Italia ha chiesto agli altri governi europei di fare pressioni sull'Egitto. Alla fine Londra ha chiesto una "inchiesta trasparente". Ma c'è stato "un vergognoso silenzio dalla Francia, il cui presidente Francois Hollande, andrà al Cairo lunedì per firmare un contratto da 1,1 miliardi di dollari in armi".
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