mercoledì 18 dicembre 2019
Il capo dello Stato chiede stop allo scontro e alla mera ricerca di consenso. Presenti Conte, Fico Casellati e Cartabia. Assenti Salvini e Berlusconi. Ma la star è Draghi
Mattarella: «Priorità lavoro e giovani in fuga»
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La politica torni a occuparsi delle vere priorità, lo scontro e la spasmodica ricerca del consenso non portino a trascurare il bene comune. Lavoro e fuga dei giovani sono le questioni che Sergio Mattarella indica come irrinunciabili. L’invito è a tutte le istituzioni, nella consueta cerimonia pre-festiva con le alte cariche. Alle quali rivolge i suoi «Auguri di Natale e buon 2020», come preferisce dire, invece della parola «festività».
In prima fila Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Non c’è invece (come annunciato) Matteo Salvini. Mattarella saluta il «nuovo governo» nato «secondo i meccanismi previsti dalla Costituzione». Ed esprime le sue «felicitazioni» a Marta Cartabia all’esordio pubblico da neo presidente della Consulta.
Il tono è pacato, ma il messaggio è sferzante verso un confronto politico che «assume sovente toni molto aspri». Occorre «guardare oltre il contingente e la mera ricerca di consenso». Cita Aldo Moro. «Non è importante che pensiamo le stesse cose», ma è di straordinaria importanza la «comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo». Purtroppo, invece, prevale spesso lo spirito di parte. Mentre, ammonisce Mattarella, «chi riveste ruoli istituzionali deve avvertire la responsabilità di farlo in nome e per conto di tutti i cittadini». Per perseguire il «bene comune» con rispetto, «il più efficace antidoto all’intolleranza». Perché «una società attraversata da lacerazioni profonde corre un grave pericolo».
C’è un dovere di «lungimiranza», un «ampio orizzonte del futuro». Perché «il futuro è qui, è già cominciato e scrive sulle pagine del nostro presente», ribadisce Mattarella. Mentre il ritorno al passato «condurrebbe inevitabilmente a un rapido e malinconico declino». Siamo di fronte a «un cambiamento vorticoso e inedito». Il capo dello Stato si riferisce soprattutto alla rivoluzione digitale e ai mutamenti climatici. Fenomeni epocali di fronte ai quali la politica si mostra inadeguata, tutta concentrata sullo scontro di piccolo cabotaggio. Mentre di fronte ai mutamenti climatici «prevenire è un dovere», con «strumenti nuovi ed efficaci», anche per rispondere alle «domande di tanti giovani che, in ogni parte del mondo chiedono di far valere il loro diritto al futuro».
Ma soprattutto, di fronte a una crisi acuta e prolungata «il nemico da sconfiggere insieme è la mancanza di lavoro, quel lavoro indicato come fondamento della nostra Repubblica». Lavoro che, quando c’è, «è sovente precario o sottopagato». L’assenza di prospettive è alla base della «ferita dell’emigrazione forzata di tanti nostri giovani». Una piaga di fronte alla quale Mattarella chiede uno sforzo corale delle istituzioni pubbliche unitamente alle «forze economiche e sociali», alle energie dinamiche della società civile, dei suoi corpi intermedi, del mondo della scienza e della cultura». Sottolinea il ruolo delle Regioni e il «valore costituzionale dell’autonomia», ma raccomanda soprattutto un grande impegno per «rafforzare l’Unione Europea, di cui siamo fondatori. L’Europa è casa nostra», rimarca. Ed è ancoraggio necessario «in un mondo i cui gli attori protagonisti hanno ormai dimensioni continentali». Europa che «ha avviato una fase di importante rifondazione», dà atto, per «un processo di integrazione equilibrato e solidale»; e per un ruolo più incisivo in ambito internazionale. Il nostro contributo sarà tanto più significativo quanto più la nostra presenza ai tavoli negoziali saprà essere qualificata». Un grazie va anche alle forze dell’Ordine, alla magistratura, agli organi di intelligence che garantiscono la nostra sicurezza, ai Vigili del Fuoco e alla Protezione civile ai quali Mattarella esprime «profonda gratitudine», al pari dei militari impegnati in missione di pace.
Nel brindisi successivo capannelli intorno al premier Conte, ma occhi puntati soprattutto su Mario Draghi. Si intrattiene per qualche istante con Mattarella, prodigo di strette di mano con Carfagna, Di Maio, Zingaretti e scherza con Toti l’ex presidente della Bce. Per l’opposizione oltre a Salvini, non c’è neanche Silvio Berlusconi, ma solo Giorgia Meloni.

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