venerdì 4 aprile 2014
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La depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina «è un segnale di civiltà giuridica e del cambiamento di atteggiamento nei confronti del problema immigrazione». Magistrato (ha lavorato a Firenze ed è stato procuratore di Alba), Domenico Manzione somma la conoscenza giuridica alle responsabilità rivestite come sottosegretario all’Interno: «Nella legge delega c’è una depenalizzazione secca, il reato di ingresso e permanenza illegale nel territorio nazionale diventa illecito amministrativo. Restano fermi invece i reati legati all’inosservanza di ordini di espulsione».Il numero di stranieri in carcere scenderà?Non per questa misura. Già dal 2011 il reato era punito con pena pecuniaria, non detentiva. Ma la nuova norma eliminerà situazioni imbarazzanti.Quali?Penso al naufragio a Lampedusa, in cui il procuratore della Repubblica si è visto costretto a iscrivere a giudizio anche le persone morte in mare. In generale, la legge delega fa un passo in avanti per superare la visione del codice penale del 1930, che prevedeva come pena solo la galera.Il governo riuscirà a esercitare la delega entro maggio, termine fissato da Strasburgo per risolvere il sovraffollamento?In realtà la situazione non è nera come prima: le misure adottate e quelle in itinere, come la riforma della custodia cautelare, la stanno migliorando. Ciò consentirà di presentarci a Strasburgo con carte in regola per chiedere una proroga sui tempi. E non escludo che il governo riesca ad andarci con parte della delega già in attuazione.E la situazione dei Cie?È sotto controllo, con circa 400 presenze nei 6 ancora attivi. Stiamo varando un regolamento amministrativo che renderà omogeneo il trattamento in tutti i Cie italiani, nel pieno rispetto dei diritti, e rimodulando i criteri di aggiudicazione delle gare per aumentare la professionalità di chi li gestisce. E se si potesse effettuare in carcere tutte le identificazioni di stranieri autori di reati, le presenze scenderebbero ancora.
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