lunedì 26 aprile 2010
Omar Bianchera, autotrasportatore, 44 anni, aveva deciso di chiudere i conti con tutti coloro verso i quali provava rancore, trucidandoli: l'ex moglie, una vicina di casa e un conoscente con cui aveva avuto affari in passato. Tutti uccisi con "colpi mirati, precisi", dirà poi un medico del 118 di Mantova.
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Poco più di un'ora per seminare terrore e morte in un fazzoletto di terra di circa di dieci chilometri. Poco più di un'ora per stroncare con due pistole e un fucile a pompa l'esistenza di tre persone e ferirne una quarta, sconvolgendo il 25 aprile di due tranquilli e ricchi paesi del Mantovano, Volta Mantovana e Monzambano.Omar Bianchera, autotrasportatore, 44 anni, aveva deciso di chiudere i conti con tutti coloro verso i quali provava rancore, trucidandoli: l'ex moglie, una vicina di casa e un conoscente con cui aveva avuto affari in passato. Tutti uccisi con "colpi mirati, precisi", dirà poi un medico del 118 di Mantova. Quello di Bianchera è infatti apparso subito un piano tanto lucido quanto spietato. A un conoscente l'aveva promesso: «Mia moglie la uccido», tanto che quella di Daniela Gardoni, 43 anni, è apparsa quasi una tragedia annunciata. La donna, martedì scorso, era uscita vincitrice da una causa di separazione, al termine della quale l'ex marito avrebbe dovuto versarle parecchi soldi. Lui l'ha attesa dalle sette di mattina nei pressi della casa della donna in via Risorgimento, a Volta Mantovana. Quando Daniela Gardoni, due ore dopo, è uscita di casa ne è nata una lite. La donna, terrorizzata, è salita a bordo della sua Ford Focus e Bianchera ha cominciato a sparare. L'ex moglie, probabilmente, cercava di raggiungere la vicina stazione di carabinieri ma, forse perchè già colpita, si è schiantata contro un'altra auto, finendo contro il muro di un'abitazione. Bianchera, da freddo killer, ha spintonato un ragazzo sceso dal suo scooter per soccorrerla e ha sparato due colpi alla donna, uccidendola. Poco più di dieci minuti dopo la morte è arrivata per Maria Bianchera, 71 anni, in località Piccard, dove l'autrasportatore abitava. Contro la vicina, con la quale sembra ci fossero contrasti per i confini dei loro terreni, ha sparato cinque colpi, freddandola.Bianchera, però, non aveva ancora finito il suo compito di giustiziere. La spietata vendetta è proseguita nella frazione Pille di Monzambano, in linea d'aria distante meno di un chilometro da Piccard. L'autotrasportatore, che pare da qualche tempo avesse cominciato a fare uso pesante di droghe, è andato a cercare Luigi Platter, padre di Walter, 34 anni, viticoltore. In questo caso, gli attriti erano legati ai locali che Bianchera aveva affidato alla famiglia Platter anni prima perchè gestisse una birreria. Non ha trovato Luigi, ma Walter, che era in auto con la moglie, Virginia Deidonè, 32 anni e i loro due figli piccoli. Anche i questo caso, nonostante la presenza della donna e dei bambini, il killer non ha avuto pietà: Walter Platter è stato crivellato di colpi, la moglie è rimasta leggermente ferita a un braccio e ha avuto la forza di correre in strada a chiedere aiuto.Quando i carabinieri, che  erano intervenuti per l'omicidio di Maria Bianchera, omonima, ma non parente dell'omicida, sono arrivati sul posto, l'assassino era probabilmente ancora nei pressi. Il pluriomocida è riuscito a fuggire attraversando un canale d'irrigazione e a raggiungere la propria Punto di colore nero, parcheggiata a poca distanza. Immergendosi nell'acqua ha neutralizzato i cani che hanno perso le sue tracce. È quindi scattata la caccia all'uomo, con posti di blocco, elicotteri, nel Mantovano ma anche nel Bresciano. Bianchera, dopo la mattanza, aveva chiamato la madre e le aveva detto: «Ho fatto un macello». Il suo telefonino aveva agganciato una cella di Pozzolengo, nel Bresciano, e, attraverso questo particolare, i carabinieri di Mantova, Monzambano e Volta Mantovana hanno capito in quale direzione stava cercando di fuggire. Braccato dai militari che ne seguivano gli spostamenti del suo telefono cellulare, senza alcuna via di scampo, l'autotrasportatore da Anfo, una località del Lago d'Idro, ha chiamato il 113. La Polizia ha girato la segnalazione ai carabinieri che sono andati a prenderlo. Si è arreso quasi docilmente, ha consegnato le armi della strage. La sua domenica di follia era finita.
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