sabato 15 febbraio 2020
Parroci, associazioni e forze dell'ordine insieme per difendere gli anziani, con incontri di formazione e volantini distribuiti nelle chiese
Foto di Mabel Amber

Foto di Mabel Amber - Pixabay

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Forze dell’ordine, parroci e associazioni insieme per difendere gli anziani dalla minaccia crescente delle truffe. La ricetta messa in campo a Mantova nelle ultime settimane si candida già – per gli effetti positivi sul territorio grazie alla collaborazione tra diversi attori sociali – come modello replicabile su scala nazionale. «Siamo partiti da un dato oggettivo – spiega il questore Paolo Sartori, già in prima linea sul fronte della lotta alla droga e al cyberbullismo sul suo territorio –, cioè dall’impennata di casi di truffe a danno degli anziani registrati in città e provincia negli ultimi mesi, a cominciare in particolare da quelli che vivono nelle campagne, isolati».

Quando si interviene sullo spaccio, o sulla delinquenza minorile, «sappiamo quali sono i luoghi dove intercettare i ragazzi. Ma con gli anziani è difficile, non li troviamo in punti di aggregazione pubblici definiti. Senza contare – continua Sartori – che quando subiscono violenze o soprusi, gli anziani si vergognano a denunciarli e si chiudono in se stessi».

Di qui l’idea di cercare una collaborazione con la diocesi da una parte – per intercettare le migliaia di anziani che frequentano le parrocchie – e con Auser e Università della Terza età dall’altra: la prima coi suoi 8mila volontari e la seconda coi suoi 1.200 iscritti. Ne è nato un progetto fattivo, con incontri pubblici di formazione e di dibattito e la stampa di volantini e brochure che vengono distribuiti principalmente dai sacerdoti alla fine delle messe e che fanno riferimento alla problematica, con tutte le informazioni e i numeri utili. «Un’iniziativa che è stata molto gradita dai più anziani nelle nostre comunità» ha commentato Libero Zillia, il vicario generale della diocesi di Mantova, che conta su 168 parrocchie distribuite in tutta la provincia.

Entusiasmo anche da parte delle associazioni: «Il progetto – spiegano il presidente provinciale di Auser, Edoardo Chiribella, e il presidente dell’Università della terza Età, Antonio Badolato – permette di sviluppare un’attività di rete tra gli enti che si occupano di anziani sul territorio di cui si avverte sempre più la necessità».

«E vorremmo – aggiunge il questore Sartori – che diventasse un punto di riferimento costante per le forze dell’ordine, insomma un progetto strutturale e insieme flessibile, capace di modularsi a seconda delle nuove forme di truffa che vedremo insorgere in futuro. Penso in particolare a quelle online, visto che sempre più anziani viaggiano in rete o sui social anche grazie ai telefonini, ma non ne conoscono tutti i rischi».

Ecco perché l’altro obiettivo centrale del progetto è quello di favorire il passaparola, cioè di trasformare gli anziani che vengono contattati direttamente in antenne sul territorio, capaci a loro volta di intercettare potenziali vittime e rendersi in prima persona strumenti di sicurezza sul territorio.

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