venerdì 18 giugno 2010
Potrebbe essere Gianni Alemanno a guidare la "marcia su Roma" dei sindaci italiani. Il primo cittadino della Capitale è tra gli oltre ottomila scontenti pronti a mobilitarsi il 23 giugno davanti al Senato, in coincidenza con la Conferenza Stato-città che deve discutere delle proposte di emendamenti avanzate dall’Anci. Ieri una rappresentanza è salita al Colle per spiegare al presidente della Repubblica gli effetti della manovra sugli enti locali e le conseguenze per i cittadini.
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Potrebbe essere Gianni Alemanno a guidare la "marcia su Roma" dei sindaci italiani. Il primo cittadino della Capitale è tra gli oltre ottomila scontenti pronti a mobilitarsi il 23 giugno davanti al Senato, in coincidenza con la Conferenza Stato-città che deve discutere delle proposte di emendamenti avanzate dall’Anci. Ieri una rappresentanza è salita al Colle per spiegare al presidente della Repubblica gli effetti della manovra sugli enti locali e le conseguenze per i cittadini. La richiesta al governo è di una nuova convocazione per riaprire il confronto. Giornata intensa, dunque, quella di ieri, iniziata con un direttivo dell’Anci sulla manovra e chiusa dall’incontro con Napolitano, che – racconta il presidente dell’Associazione Sergio Chiamparino – «si è dimostrato estremamente attento e particolarmente sensibile alle esigenze dei Comuni. Mi pare di potere dire che le nostre richieste siano state recepite dal presidente». Una speranza in cui confida l’Anci, visto che, ricorda lo stesso sindaco di Torino, il capo dello Stato «ha nella sua normale attività colloqui con il governo e le rappresentanze politiche». E tra le parole di conforto già spese dall’inquilino del Quirinale, racconta Chiamparino, «il presidente ci ha rafforzato nella nostra convinzione che i Comuni sono l’anello indispensabile alla catena che collega rappresentanze della politica, istituzioni e cittadini e ci ha sollecitato a spiegare bene al governo quali potrebbero essere le conseguenze della manovra sui Comuni».I sindaci non si faranno pregare. Piuttosto chiamano in supporto anche Regioni e Province nonché tutte le associazioni, categorie sociali ed economiche ed altre istituzioni che «nei territori hanno avvertito e avvertono ogni giorno le conseguenze di un ruolo dei comuni sempre più mortificato e penalizzato dalle decisioni del governo». Con la manovra – è in sintesi l’allarme dell’Anci – c’è il pericolo di produrre «un effetto depressivo sul sistema economico e sociale, con riduzione degli stessi livelli occupazionali».Anche i comuni sono disposti a rivedere i punti che li riguardano tenendo fermo il saldo fissato da Tremonti. Le ipotesi fatte dai sindaci sono un riequilibrio dei tagli di spesa fra i livelli di governo, con una maggiore riduzione delle spese di funzionamento dei ministeri. Una significativa riduzione del peso finanziario a carico della manovra a partire dal 2010. L’attribuzione di una quota certa delle risorse che saranno recuperate dal contrasto dell’evasione fiscale.Quello che è certo, concordano Alemanno e Chiamparino, è che tra tutte le realtà locali i Comuni sono i più colpiti. Per contro, secondo il sindaco di Torno, a fronte del peggioramento della spesa pubblica, negli ultimi cinque anni «i Comuni hanno portato un miglioramento dei saldi di 2,5 miliardi di euro». Complessivamente, comunque, è del 90 per cento il peso calcolato dall’Anci sugli enti locali, con tanto di rischio per il decantato federalismo.E tagliare proprio questo capitolo, significa, per Alemanno, andare a toccare una realtà già fortemente penalizzata, finendo per cumulare i tagli «con altri già operati».
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