martedì 26 novembre 2013
«Non ci sono più le condizioni» perché FI «stia in maggioranza». Lo ha detto il capogruppo a Palazzo Madama, Paolo Romani, durante una conferenza stampa assieme a Renato Brunetta. Letta ottimista: andrà tutto bene. Risorse per imprese e lavoratori. Berlusconi: è stabilità delle poltrone. Fassina: su indicizzazione delle pensioni avanti alla Camera. I sindacati si mobilitano. Quirinale: verifica del Governo con voto su Stabilità
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"Non ci sono più le condizioni" perché Forza Italia "stia in maggioranza". Lo ha detto il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani, durante una conferenza stampa assieme al collega della Camera, Renato Brunetta. Della decisione sono stati messi al corrente sia Napolitano che Letta. Visto che è finito il governo delle larghe intese con il passaggio di Forza Italia all'opposizione, anche il cammino delle riforme costituzionali può considerarsi interrotto. A sostenerlo sono i capigruppo di Forza Italia, Paolo Romani e Renato Brunetta."Sulla legge elettorale noi attendiamo la pronuncia della Consulta il 3 dicembre. Ma se il premio verrà dichiarato incostituzionale, 200 deputati rischiano di venire ridistribuiti tra i vari gruppi perché non c'è stata ancora la loro convalida": così Paolo Romani e Renato Brunetta."Domani sarà la morte della democrazia. Sarà la fine di un periodo della Repubblica e sarà la vittoria della filosofia e di chi ha portato avanti un accanimento giudiziario contro Berlusconi". Lo dicono i capigruppo di Fi commentando il voto di domani sulla decadenza del Cav."Abbiamo deciso di uscire da questo governo, ma prima di annunciarlo a voi in questa conferenza stampa abbiamo avvertito il presidente della Repubblica che ci ha concesso un'attenzione di cui lo ringraziamo e il premier Letta, che ci ha risposto invece dopo l'incontro con Putin". A renderlo noto sono i capigruppo di Fi, Brunetta e Romani.Visto che è finito il governo delle larghe intese con il passaggio di Forza Italia all'opposizione, anche il cammino delle riforme costituzionali può considerarsi interrotto. A sostenerlo sono i capigruppo di Forza Italia, Paolo Romani e Renato Brunetta, in una conferenza stampa in cui annunciano l'uscita del partito dal governo. "Era doveroso che Napolitano conoscesse la nostra decisione di uscire dal governo. E mi auguro che Letta abbia la sensibilità di salire al Quirinale per trarre le conseguenze del nostro gesto": cosi' il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani, a margine della conferenza stampa in cui annuncia l'uscita dal governo del suo partito."Questa è la legge di stabilità delle poltrone", lo ha detto Silvio Berlusconi alla riunione dei gruppi di Fi. Un passaggio che i parlamentari sottolineano con un applauso."Andrà tutto bene", così il premier Enrico Letta risponde ai giornalisti che, a Trieste, dove partecipa al vertice italo-russo, lo interpellano sull'atteso voto di fiducia di stasera sulla legge di stabilita'.''L'indicizzazione delle pensioni è un impegno che il governo vuole perseguire alla Camera''. Lo ha detto il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, nella replica in Aula del Senato sulla legge di stabilità, biasimando il mancato intervento in materia a Palazzo Madama.Voto di fiducia al Senato 
 
ll Senato dovrebbe approvare la legge di Stabilità in prima lettura non prima di mezzanotte, con il voto di fiducia su un maxiemendamento del governo che ratificherà l'uscita dalla maggioranza di Forza Italia.L'emendamento interamente sostitutivo del testo varato dal Consiglio dei ministri, che include proposte di modifica avanzate da relatori ed esecutivo, è arrivato a Palazzo Madama solo nel pomeriggio, provocando uno slittamento dei lavori di circa due ore sulla tabella di marcia prefissata. "La prima chiama della fiducia dovrebbe iniziare alle 22,45, se non ci saranno altri slittamenti", ha detto il servizio dell'assemblea di Palazzo Madama. Per il voto di fiducia in Senato ci vuole tra un'ora e un'ora e mezza. Non è escluso comunque che in presenza di ulteriori ritardi il voto slitti direttamente a domattina. "Il voto di fiducia dell'aula verificherà il rapporto tra l'esecutivo e la sua maggioranza", ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Ma Forza Italia ha già annunciato che si sfilerà dalla maggioranza, non votando la fiducia. Sulla carta Letta, grazie alla spaccatura del centrodestra, ha una maggioranza anche senza Forza Italia.Il voto nella notte sulla legge di Stabilità dovrebbe permettere all'assemblea del Senato di prendere domani la decisione finale sull'espulsione di Silvio Berlusconi dal Parlamento, come previsto.Alfano: legge di stabilità è scusa, sbagliato sabotare Letta "Avevamo detto e ripetiamo che è sbagliato sabotare il governo e portare il Paese al voto, per di più con questa legge elettorale, a seguito della decadenza di Berlusconi. La legge di stabilità è una scusa che non regge di fronte alle difficoltà del paese". Lo dice Angelino Alfano. "Una decadenza - prosegue Alfano - che consideriamo del tutto ingiusta. La legge di stabilità che comunque non aumenta le tasse e che può essere migliorabile alla Camera è diventata una scusa, un pretesto che non regge di fronte alle difficoltà del Paese. Noi dunque continuiamo a lavorare per l'Italia".Angeletti: mobilitazione per modificare ddl "Questa legge di stabilità non ci sta bene. Siamo riuniti qui per ribadire il nostro giudizio e per decidere forme di mobilitazione per modificarla": così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, risponde ai cronisti entrando nella riunione degli esecutivi unitari di Cgil, Cisl e Uil che dovranno decidere come proseguire la mobilitazione per modificare il ddl. "Siamo fiduciosi - ha detto Angeletti - che riusciremo a spuntarla". Angeletti ha commentato l'annuncio di Letta sulla destinazione di quanto sarà risparmiato con la spending review alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro dicendo che la Uil non è interessata alle promesse ma "ai fatti".Letta: a taglio cuneo le risorse della spending ''Il governo è pronto a inserire nella legge di stabilità una norma che vincola alla riduzione delle tasse sulle imprese e sul lavoro le risorse recuperate attraverso la spending review e il contrasto dell'evasione fiscale''. Lo afferma il presidente del Consiglio Enrico Letta in un colloquio con il Sole 24 Ore rispondendo all'appello unitario di tutte le parti sociali lanciato nei giorni scorsi dalle pagine dello stesso quotidiano. ''Penso - aggiunge - che possiamo lavorare insieme a scrivere nel modo migliore la norma che potrà essere inserita nelle prossime tappe del passaggio parlamentare''. L'intenzione è di tenere ''contatti rapidi'' e informali con le parti sociali nelle prossime ore per avere pronto l'emendamento per il passaggio alla Camera. ''Va creato con questa norma - spiega il premier - un vincolo preciso all'utilizzo delle prossime entrate, in particolare da spending review e da lotta all'evasione fiscale'' in modo da destinarle ''alla riduzione ulteriore delle tasse su lavoratori e imprese'' con ''l'obiettivo e la consapevolezza che così si possa ulteriormente rafforzare la competitività del nostro sistema produttivo e nello stesso tempo l'equità del prelievo fiscale''. In questo modo ''possiamo far crescere la fiducia, che è elemento chiave in questo momento per fare ripartire il ​Paese".Quirinale: verifica su voto di fiducia"La necessità di verificare la sussistenza di una maggioranza a sostegno dell'attuale governo sarà soddisfatta in brevissimo tempo durante la seduta in corso al Senato con la discussione e la votazione sulla già postaquestione di fiducia". Lo sottolinea una nota del Quirinale diffusa al termine di un incontro tra Napolitano e Letta.
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