mercoledì 14 dicembre 2011

​Il premier ha concluso tra gli applausi il suo intervento al Senato dopo essere stato duramente contestato dalla Lega. Intanto oggi l'Ufficio di presidenza della Camera ha approvato la riforma dei vitalizi: pensione ai parlamentari ai 65 anni di età. Metodo contributivo per il personale della Camera. Domani la fiducia sulla manovra.
Per una politica dal giusto «costo» senza ombre (e senza accise)
        di Danilo Paolini
Per le famiglie una stangata da 1129 euro

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Dopo le repliche dei relatori, l'aula della Camera voterà le pregiudiziali di costituzionalità, dopo di che ci sarà la discussione sul complesso degli emendamenti che impegnerà l'aula in una seduta ad oltranza. Domattina alle 10 il governo porrà la fiducia sul testo del decreto approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze dopo di che scatteranno le 24 ore di sospensione prevista dal regolamento della Camera. Si riprenderà venerdì alle 9 con le dichiarazioni di voto e dalle 10 alle 12 ci sarà la chiama nominale dei deputati. Partirà quindi l'esame degli ordini del giorno. Alle 18,30 ci saranno le dichiarazioni di voto alle 19,30.​​L'INTERVENTO DI MONTI E LE CONTESTAZIONI"Se vi interessa continuo, scusatemi se valorizzo il Parlamento". Per un attimo Mario Monti ha perso il suo aplomb e ha replicato ai senatori del Carroccio che continuavano a urlare a "Vergogna" dai banchi dell'Aula di Palazzo Madama. Il presidente del Consiglio questa mattina ha informato il Senato sulle conclusioni del Consiglio europeo che ha sancito un nuovo patto fiscale tra i 26 Paesi Ue, esclusa solo la Gran Bretagna. Ma il partito di via Bellerio si è servito del dibattito per puntare i riflettori ancora sulla manovra. Bricolo, Calderoli e gli altri esponenti della Lega hanno alzato carteli di protesta: "Giù le mani dalle pensioni"; "È una rapina"; "Basta tasse". Il Professore ha risposto a modo suo: "Mi richiamo al monito che, in modo colorito, ho sentito in Aula: colgo l'occasione per dire che in sede europea uno dei modi per arrivare a 'meno tasse su chi produce e per le famiglie è anche quello di avere una fiscalità estesa anche al mondo della finanza. Ho notificato in sede Ue che l'Italia è disposta a cambiare la propria posizione su questo tema".Nel suo intervento, oltre ad aprire alla Tobin tax, il presidente del Consiglio ha sottolineato l'importanza degli eurobond ("non sono una sfida alla disciplina finanziaria"), ha ribadito il rischio che la Ue non pensi al "vero problema che è la crescita" e ha riferito che il suo obiettivo in politica estera è "evitare che il concerto franco-tedesco domini in Europa". Concetti che il Professore ha potuto esprimere con difficoltà proprio per le proteste del Carroccio. Sono volati parolacce e insulti. Nei confronti di Monti, apostrofato come "maggiordomo", ma anche contro Renato Schifani, definito "pagliaccio". Il presidente del Senato è stato costretto anche a sospendere la seduta: "È stata una sceneggiata mortificante", il suo primo commento. Schifani ha poi deciso un provvedimento di "censura" per il senatore leghista Enrico Montani, il più vivace nei commenti. "Dai resoconti risultano evidenti le espressioni pronunciate", ha spiegato il presidente del Senato. Poi Schifani ha chiuso l'incidente: "Preferisco dimenticare. È giunto il momento che in Parlamento si faccia squadra". Nessuna reazione da Monti. "Non credo tocchi a membri del governo commentare comportamenti dei membri del Parlamento", si è limitato a dire il premier. RIFORMA VITALIZI APPROVATA ALLA CAMERA Dal 1° gennaio 2012 il trattamento previdenziale dei senatori sarà basato sul sistema di calcolo contributivo vigente per i dipendenti pubblici. E' quanto ha stabilito il Consiglio di presidenza del Senato, che si è riunito oggi a Palazzo Madama per affrontare la questione dei vitalizi, delle trattenute sulla diaria per le assenze alle sedute delle Commissioni e del regime previdenziale per i dipendenti. Il diritto alla pensione sarà maturato a 65 anni con almeno 5 anni di contribuzione. Per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico viene diminuito di 1 anno fino ad un limite inderogabile di 60 anni.Ai senatori in carica alla data del primo gennaio 2012, nonché ai parlamentari che avevano esercitato il mandato elettivo e che siano successivamente rieletti, spiga la nota di palazzo Madama, si applica un sistema pro rata, determinato dalla somma della quota di assegno vitalizio maturato alla data del 31 dicembre 2011, secondo i Regolamenti in vigore, e di una quota corrispondente all'incremento contributivo riferito agli ulteriori anni di mandato parlamentare esercitato. Per quanto riguarda gli ex senatori, invece, che attualmente non percepiscono il vitalizio, dovranno attendere l'età di 65 anni se in possesso di una contribuzione corrispondente a 5 anni di mandato parlamentare. Anche in questo caso l'età richiesta è diminuita di 1 anno per ogni anno di contribuzione oltre il quinto, con il limite massimo di 60 anni.LE FARMACIE RITIRANO LA MINACCIA DI SERRATANessuna serrata, almeno per il momento, da parte delle farmacie contro la liberalizzazione dei farmaci prevista dalla manovra. Lo annuncia Federfarma al termine di un lungo ufficio di presidenza: "L'approccio che emerge dall'emendamento formulato dal Governo e approvato la notte scorsa dalle Commissioni V e VI della Camera - sottolineano i farmacisti - costituisce un cambiamento nel modo di affrontare le tematiche collegate al farmaco che le farmacie stanno valutando con grande attenzione. Il nuovo testo dell'articolo 32 della manovra, pur prevedendo l'ampliamento dei farmaci vendibili al di fuori della farmacia, garantisce una forma di tutela della salute perché prevede una selezione da parte del Ministero della salute e dell'Agenzia del Farmaco dei medicinali che, per le loro caratteristiche, devono continuare a essere dispensati in farmacia dietro presentazione di ricetta medica. D'altronde in nessun Paese europeo la ricetta medica è fuori farmacia". Le farmacie quindi, "in attesa di verificare se tale approccio verrà confermato dall'Aula della Camera, rimandano la decisione su eventuali iniziative di protesta". Federfarma rinnova la "convinta disponibilità al confronto con tutte le forze politiche sul rinnovamento del servizio farmaceutico".
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