lunedì 4 novembre 2019
Il fatto in Brianza. La società del piccolo calciatore ha denunciato l'accaduto con una lettera a ministro, assessore e sindaco
Qualche volta accade che i genitori diano un pessimo esempio ai piccoli sportivi (Foto d'archivio Ansa)

Qualche volta accade che i genitori diano un pessimo esempio ai piccoli sportivi (Foto d'archivio Ansa)

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I piccoli calciatori dell’Aurora Desio (in provincia di Milano) sabato prossimo disputeranno le loro partite col volto dipinto di nero. È la risposta del club alla frase “Negro di m....” che una mamma di un baby calciatore della Sovicese ha rivolto a un ragazzino di 10 anni durante una gara del campionato "pulcini". La denuncia del vergognoso episodio è partita ieri dalla società “Aurora Desio” che ha informato dell’accaduto il ministro dello sport Vincenzo Spadafora, l’assessore regionale Martina Cambiaghi, il sindaco di Sovico Barbara Magni.

«La partita - spiega la società - era quella nella quale si stavano affrontando i pulcini nati nel 2009 della Aurora Desio contro la Sovicese: una semplice partita di calcio giovanile, che dovrebbe essere solo momento di amicizia, condivisione, fair play. E invece senza motivo, si è scaldata. Ma il peggio è arrivato quando un piccolo giocatore dell'Aurora, di colore, si è sentito insultare con quella frase choc proveniente dai genitori ospiti. La voce era femminile ed è stata sentita da altri compagni e da altri adulti".

Un episodio di razzismo che arriva dopo che, lo scorso mese, un ragazzino di 8 anni di Agrate che gioca a basket era stato ingiuriato allo stesso modo. Stessa sorte capitata la scorsa primavera a un atleta del Melzo.

La vicenda ha portato alla presa di posizione immediata dell’assessore regionale Martina Cambiaghi (Lega) che condanna l’accaduto e chiede «provvedimenti seri contro i genitori violenti e aggressivi, senza escludere la possibilità del "Daspo». In caso di intemperanze verbali, basta anche un solo insulto, l’assessore vuole che scatti «l’espulsione dei genitori e nei casi più gravi l’allontanamento di tutto il pubblico presente». A questo va aggiunto un momento di rieducazione per i genitori stessi. «Prima di poter mettere piede su una tribuna – propone l’assessore – i genitori, soprattutto quelli che si sono macchiati di atti di bullismo, dovrebbero seguire corsi di fair-play tenuti dalle associazioni sportive».

Il presidente Regionale del Crl Giuseppe Baretti ha chiesto che si proceda al riconoscimento della mamma maleducata. «Così – assicura Baretti – procederemo all’eventuale Daspo. Anche se non essendo questa partita diretta da un arbitro federale, tutto diventa più difficile».

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