giovedì 4 giugno 2015
​Seconda tranche dell'inchiesta partita a dicembre. 44 persone arrestate, altre 21 indagate. Nel mirino la gestione dei centri di accoglienza. Galantino: incivile lucrare sui migranti. Renzi: chi ruba deve andare in galera.
L'INCHIESTA Il calcolo delle tangenti sui nuovi arrivi (Vincenzo R. Spagnolo)
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Mafia Capitale secondo atto: dopo il repulisti dello scorso dicembre, i carabinieri del Ros oggi hanno eseguito 44 nuovi arresti tra Lazio, Abruzzo e Sicilia. I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro.Il blitz è scattato all'alba nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, l'Aquila, Catania ed Enna. Oltre agli arresti (19 e 25 ai domiciliari), di cui alcuni notificati a persone già in carcere, altre 21 persone risultano indagate e sono state sottoposte a perquisizione.
Il gruppo malavitoso che è emerso anche in questa seconda parte dell'operazione Terra di Mezzo è sempre quello facente capo a Massimo Carminati, l'ex Nar che ora è in carcere, e a Salvatore Buzzi, presidente della Coperativa 29 giugno, punto di riferimento di una rete di cooperative sociali e anche lui in carcere. Le investigazioni, secondo chi indaga, "hanno documentato un ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d'imprese riconducibili al sodalizio interessato alla gestione dei centri d'accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori".
Questa seconda tornata di arresti, secondo gli inquirenti, "conferma l'esistenza di una struttura mafiosa, operante nella capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministratori ed imprenditori locali".
Proprio l'inchiesta Mondo di mezzo lunedì ha ottenuto il via libera per il processo. La Procura di Roma ha ottenuto dal gip l'ok al giudizio immediato per 34 persone, di fatto il gotha degli indagati nella maxinchiesta sulla Mafia di Roma. Si inizierà il prossimo 5 novembre davanti ai giudici della decima sezione collegiale. (nel video qui sotto, le fasi della precedente ondata di arresti dell'inchiesta Mafia Capitale)
Il tribunale capitolino è chiamato, quindi, a processare tutti i massimi esponenti del clan a cominciare da Massimo Carminati, ritenuto a  capo del sodalizio che era riuscito a mettere le mani su appalti milionari e a ramificare le sue influenze nelle stanze del Campidoglio durante la gestione di Gianni Alemanno, finito anch'egli nel dicembre scorso nel registro degli indagati.Gli arresti della "seconda tranche"Tra gli arrestati di questa mattina ci sono il consigliere regionale di Fi ed ex capogruppo del Pdl in Campidoglio, Luca Gramazio, 34 anni, e una folta serie di rappresentanti delle istituzioni locali. Gramazio secondo gli investigatori avrebbe partecipato all'associazione mafiosa "in qualità di esponente della parte politica che interagiva, secondo  uno schema tripartito, con la componente imprenditoriale e quella propriamente criminale".I 44 provvedimenti di custodia cautelare sono stati firmati dal gip della Capitale Flavia Costantini su richiesta degli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia. Tra i politici arrestati (alcuni erano già stati indagati nella prima tranche dell'inchiesta, altri sono nomi nuovi) c'è Giordano Tredicine, 33 anni, consigliere comunale e vice coordinatore di Forza Italia nel Lazio, finito ai domiciliari. Del Pd in carcere sono finiti l'ex presidente del Consiglio comunale di Roma Mirko Coratti, 42 anni, dimessosi a seguito della retata didicembre; Daniele Ozzimo, 43 anni, anche lui dimessosi da assessore alla Casa a dicembre; Pierpaolo Pedetti, 42 anni, consigliere comunale e presidente della Commissione Patrimonio in Campidoglio; ai domiciliari Andrea Tassone, 43 anni, presidente del Municipio X, quello di Ostia e del litorale, dimessosi a marzo. Appartiene invece a Centro Democratico (capogruppo e unico consigliere) Massimo Caprari, 45 anni.
 
Tra i dirigenti del Comune, figurano Angelo Scozzafava, ex capo dipartimento delle Politiche Sociali del Comune di Roma, Mario Cola, dipendente del dipartimento Patrimonio del Campidoglio e Franco Figurelli che lavorava presso la segreteria di Mirko Coratti. Ai domiciliari il costruttore Daniele Pulcini.Renzi: chi ha sbagliato paghi. Nel pomeriggio, interviene anche Matteo Renzi: «Chi ruba deve andare in galera e pagare tutto», dice il premier nel corso di una conferenza stampa congiunta con la presidente del Cile Michelle Bachelet, al termine di un incontro bilaterale a Palazzo Chigi. «Chi ha violato le regole del gioco è giusto che paghi tutto e fino all’ultimo centesimo e all’ultimo giorno. Un paese solido è quello che combatte la corruzione con grande decisione e grande forza, mandando chi ruba in galera. Naturalmente nel rispetto della presunzione di innocenza» aggiunge Renzi. Nel primo pomeriggio si svolge anche un vertice di due ore al Nazareno.
Marino: ho allontanato la politica colpevole"La linea amministrativa che abbiamo assunto in questi due anni di governo sta dimostrando che veramente, come avevo promesso in campagna elettorale, stiamo cambiando tutto": è il commento del sindaco di Roma Ignazio Marino. "Sono felice dell'incisione di questo ascesso eseguito con bisturi sapiente del procuratore Pignatone".Galantino: gesto d'inciviltà lucrare sui migranti. "Questa gente vede negli immigrati solo povera gente da sfruttare, numeri su cui lucrare e con cui fare i propri comodi, e questo non è solo peccato, 50 mila volte più peccato, ma è anche un gesto d'inciviltà, anzi, questa è prima di tutto inciviltà". Lo dice a Tv2000 il segretario generale Cei, mons. Nunzio Galantino.
Polemiche sul "business dei migranti". E divampa la polemica politica, alimentata soprattutto dalla Lega. "L'immigrazione è un business criminale", dice il presidente del Veneto Luca Zaia, mentre il segretario Matteo Salvini chiede di "fermare subito" le partenze.
 
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